Era l'alba del 16 ottobre 1943 quando le SS (l'organizzazione paramilitare dei regime nazionalsocialista tedesco) irruppero nel ghetto ebraico di Roma. Su 1259 persone fermate, furono 1022 quelle che vennero deportate: 200 di loro erano bambini. Vennero portati nel campo di concentramento di Auschwitz. Solo in 16 riuscirono a sopravvivere.

La deportazione fu facilitata dalle leggi razziali vigenti all'epoca in Italia

Il Rastrellamento del ghetto ebraico di Roma fu possibile anche grazie alle leggi razziali che vennero promulgate nel settembre del 1938.

Era l'Italia del Ventennio e il regime fascista decise di adeguarsi alle leggi antisemite promulgate dalla Germania, proclamando di fatto un 'razzismo legalizzato'. Tali leggi razziali, che miravano alla discriminazione degli ebrei dalla vita sociale, permisero alle autorità di isolare ed identificare le comunità ebraiche in Italia. La decisione di effettuare la deportazione degli ebrei di Roma parte da lontano: nel 1942, durante la Conferenza di Wannsee, il regime di Hitler decise di allargare la 'soluzione finale' anche all'Italia. Un anno più tardi, nel settembre del 1943, la Germania prese la decisione secondo la quale gli ebrei di Roma sarebbero dovuti essere deportati dopo una operazione 'blitz': iniziarono, così, le operazioni che avrebbero portato al rastrellamento del Ghetto del 16 ottobre.

Alle operazioni parteciparono più di 300 soldati tedeschi coadiuvati anche da qualche decina di agenti del governo italiano. 36 ore dopo il rastrellamento, tutte le 1259 persone vennero mandate, via treno, nel campo di concentramento di Auschwitz. Solo 16 riuscirono a sopravvivere, pur condannati a convivere per tutta la vita con il ricordo mostruoso delle violenze subite.

Rastrellamento del ghetto di Roma: le manifestazioni previste nel giorno del 76esimo anniversario

Per questo 76esimo anniversario saranno diverse le manifestazioni previste per non dimenticare quella che è stata una delle giornate più nere nella storia dell'Italia. Nella mattinata di mercoledì 16 ottobre 2019 (alle ore 10:00) è prevista una commemorazione presso Via di Portonaccio 194/196, dove verrà deposta una corona.

In tale indirizzo abitava la Famiglia Efrati, composta da 15 persone. 10 di essi vennero arrestati la mattina del 16 ottobre di 76 anni fa: gli altri cinque membri della famiglia non erano in quel momento in casa. Dei 10 deportati, solo due fecero ritorno a casa: Cesare ed Angelo Efrati. Alla commemorazione prenderanno parte il Comune di Roma (attraverso la partecipazione del Vicesindaco Luca Bergamo) e la 'Fondazione Museo della Shoa' (attraverso la partecipazione del Presidente dell'associazione Mario Venezia). Un dramma, quello del rastrellamento del Ghetto ebraico, che deve rimanere impresso nelle memorie di tutti affinché il sacrificio di circa 1000 persone non venga mai dimenticato.