In quest'ultimo anno scolastico, ai ragazzi è toccata un'esperienza nuova e inaspettata: continuare a studiare e ad apprendere nonostante la chiusura delle scuole dovuta all'emergenza sanitaria. Dallo smottamento delle abitudini, alle immancabili ansie e frustrazioni, ma, soprattutto, da opinioni precise e dall'aspirazione a non disperdere il valore positivo del cambiamento imposto dalla pandemia, è nato Vivavoce, un video-messaggio realizzato per iniziativa di Keaton, il portale sul Cinema per la Scuola, e del centro di arti audiovisive Nativa.

Il lavoro, che si propone di riprogettare una società più sensibile e una scuola migliore, è stato inviato al Ministero della Pubblica Istruzione ed ai media. Giovani e giovanissimi, prevalentemente di Istituti Comprensivi e di Scuole Superiori, hanno animato da varie parti d'Italia un collage di riflessioni, analisi, emozioni, dal quale esce un'aspettativa forte: il bisogno di essere ascoltati perché il futuro comincia da oggi. Davanti alle fotocamere di smartphone e pc, gli studenti hanno manifestato una propositività dialogica per la richiesta di una didattica che abbini la formulazione delle idee e dei progetti all'integrazione del confronto con insegnanti, studenti, realtà extrascolastiche.

Le parole chiave delle varie espressioni sembrano essere due: creatività e solidarietà.

Educazione e non solo istruzione

Notoriamente l'educare pertiene al "portare fuori", al "far emergere" le qualità individuali e i ragazzi di "Vivavoce" sono molto più interessati a far affiorare la loro unicità ed il loro potenziale piuttosto che a uno studio pedissequo o superficiale.

C'è chi chiede l'inserimento curricolare di ore di psicologia o chi fa presente che la scuola dovrebbe valorizzare la pedagogia degli errori, dato che nella vita è l'errore a rivelarsi spesso come un importante maestro. Le tecnologie devono, certamente, essere alleate dell'insegnamento, ma anche dell'arte, attraverso la predisposizione di spazi adeguati in cui si possa dipingere, fare scultura, suonare.

Cruciale è, inoltre, l'esigenza di conoscere i temi d'attualità, le forme comunicative, e i ragazzi pongono sotto la lente critica lo "pseudo-buonismo", l'aggressività verbale, le discriminazioni fondate sul pregiudizio, la competizione sfrenata da sostituire con metodi cooperativi. C'è anche chi invita ad una seria introspezione per chiarire con esattezza in che scuola si vorrebbe tornare al termine della grande paura.

Profondo è l'aspetto della gratitudine a medici, infermieri, forze dell'ordine, che hanno garantito cure ai malati e sicurezza ai cittadini. I giovani ricercano, indubbiamente, umanità ed empatia, ma esplicitano questo bisogno come una condizione interiore permanente che non è mai abbastanza conosciuta o alimentata.

E' significativo il fatto che Il video, della durata di circa 13 minuti, si apra con la "Lettera di Charlie" datata novembre 1991. É il testo di un ragazzo che scrive di voler "respirare il giorno" provando ad imprimere nella sua mente cose come passeggiare, guardare le case del suo quartiere, gli alberi e i giardini ed è proprio nel raccordo silenzioso fra ciò che sta dentro e ciò che sta fuori che si addensa la sensazione della felicità.