Una lunga esperienza trascorsa a stretto contatto con il più fedele amico dell'uomo, il cane, che nasce da un'amore profondo per lui e per tutti gli amici a quattro zampe: questa la storia professionale di Marcello Messina, esperto rieducatore cinofilo palermitano che ha raccontato, in esclusiva per Blasting News, alcune curiosità sul proprio lavoro e ha dato alcuni consigli utili a chi accoglie cani in casa o è in procinto di farlo.
Intervista a Marcello Messina: 'Siate consapevoli che adottare un cucciolo è una responsabilità'
Da quanto tempo svolgi questo lavoro?
"Svolgo questo lavoro, a livello professionale, dal 2000, mentre ho iniziato per hobby nel lontano 1996".
Qual è la funzione principale dell'istruttore cinofilo?
"Bisogna, innanzitutto, fare una distinzione tra tre figure molto importanti: educatore, istruttore e rieducatore, quest'ultima è quella che svolgo. L'educatore, si occupa del cane normo comportamentale e aiuta il proprietario nella gestione del quotidiano; l'istruttore, invece, prepara il cane e il padrone alle attività cinosportive o sociali, mentre il rieducatore, nel mio caso, si occupa della gestione dei cani con problemi di natura comportamentale".
Quindi il cane, così come l'uomo, può avere problemi di natura comportamentale e socio-adattativa?
"Sì, tra i problemi più diffusi c'è l'ansia da separazione, l'aggressività, la paura e alcuni problemi di socializzazione. Non si riscontrano in specifiche razze, ma particolarmente in quelli che vivono nelle città metropolitane. Molto dipende dall'epigenetica del cane, cioè genetica del cane, esperienze vissute e Ambiente circostante".
"Nel caso del pitbull, razza che erroneamente viene vista come molto aggressiva, è bene specificare che viene utilizzata per la pet therapy in America e, per questo, bisogna precisare che non esiste una razza cattiva, ma un padrone non in grado di gestire un cane perché la cattiveria, intesa come emozione negativa e dannosa, nel mondo animale non esiste in quanto esclusiva prerogativa dell'uomo".
È bene confrontarsi con figure professionali come la tua in un certo periodo della crescita del cane o prima di adottarne uno?
"Sicuramente sarebbe opportuno rivolgersi a un professionista prima di adottare un cucciolo, ma in Italia non c'è questo tipo di cultura e di abitudine. Di solito, all'interno della struttura in cui opero, incontro il cane e il padrone ed effettuo una consulenza della durata di circa un'ora, pongo delle domande al padrone e somministro 12 test caratteriali per costruire la mappa comportamentale del cane. Questo occorre per ascoltare il cane e informare il proprietario sui comportamenti da tenere per la corretta lettura e gestione dei messaggi inviati dal proprio cane".
Da quanto dici, ci sono molte similitudini tra il mondo del cane e quello dell'uomo. È così?
"È verissimo, ce ne sono tantissime, più di quelle pensi".
Il cane è il miglior amico dell'uomo, ma non sempre l'uomo è il miglior amico del cane per via dei numerosi abbandoni: perché è così forte questo fenomeno, secondo te?
"Accade più o meno quello che capita per i matrimoni che si interrompono: non ci va bene la persona con cui stiamo, allora, anziché riparare il rapporto, cambiamo marito. C'è una notevole superficialità dei rapporti e questo non vale solo per le persone, ma anche per gli animali. Occorrerebbe intervenire non solo attraverso le azioni proposte dalle varie associazioni che si occupano di cani e animali in genere, ma promuovere la cultura del rispetto nei confronti del cane, specificando che esso non è un oggetto, bensì un impegno ed un matrimonio a vita".
Come vengono educati, invece, i cani poliziotto impiegati nelle unità cinofile?
"Sicuramente vengono educati attraverso il gioco e non vengono assolutamente drogati come spesso, in maniera errata, si pensa. I cani, attraverso attività ludiche e ricompense di vario tipo come salamotti di spugna, la carezza, la voce dell'educatore che dice al cane bravo e il cibo".
La frase "quando un uomo è capace di uccidere un cane, sarebbe capace di fare lo stesso ad un uomo" è veritiera secondo la tua esperienza?
"Assolutamente sì, in quanto questa tesi è supportata da studi scientifici condotti da psichiatri. Dipende dal livello di cattiveria che ha l'uomo e al suo sangue freddo, ma seppur ancora non sia stato decretato e scritto nero su bianco, molti studi hanno dimostrato che chi è violento nei confronti di un cane lo è anche nei confronti delle donne, dei bambini e di chi diventa un obiettivo da colpire".