Prosegue all’apparenza in modo inarrestabile il nuovo recorddel debito pubblico, che nel mese di marzo 2014 supera il livello record di2120 miliardi di euro. Il nuovo massimo storico è stato raggiunto dopo unaumento mensile di 12,8 miliardi rispetto al mese di febbraio.

Purtroppo uno dei principali problemi del sistema Italia che continua a preoccupare fortemente gli economisti, così come gli istitutifinanziari internazionali (FMI e UE in testa).

L’andamento dei tassicome nota favorevole

Fortunatamente l’impatto di un debito pubblico in continuoaumento è stato parzialmente mitigato dalla continua discesa dei tassi di interesse.Il calo dello spread e l’intervento della Banca Centrale Europea sono statieventi provvidenziali, che hanno agito da calmiere per la spesa in interessiche l’Italia deve sostenere per il servizio del debito.

Vi è poi da sottolineare l’impatto positivo che ha avutol’apprezzamento dell’euro, nonché la bassa inflazione che ha influitopositivamente su alcune tipologie di titoli (come i BTP indicizzati al costodella vita).

Una ripartizionesettoriale che premia le amministrazioni locali

La ripartizione del debito sulla base dei sotto-settoriindica che la pubblica amministrazione locale persegue una strada virtuosa, conuna riduzione del debito di 0.9 miliardi di euro. Gli enti previdenziali si mantengonopressoché stabili, con un aumento di appena 0,1 miliardi. Il nuovo massimostorico conferma anche un aumento dell’esposizione pubblica verso gliinvestitori esteri.

La palla passa ora al Governo, che intende attuare unasostanziosa riduzione del debito pubblico attraverso misure contenitive chepossano mantenere la propria efficacia nel tempo. Le due principali strategieperseguite sono rappresentate dalla spending review e dal via libera ad unanuova campagna di privatizzazioni.