Ora che le elezioni europee sono alle spalle, probabilmente finirannoin secondo piano o, comunque, si allenteranno anche le polemiche sull'euro. La moneta unica, infatti, è statafinora ritenuta responsabile del generale impoverimento degli italiani, inbuona compagnia – in questa triste sorte – con greci, spagnoli, portoghesi e unpo’ tutti i cittadini dell’Europa periferica.

E, tuttavia, dell’euro si parla molto spesso con scarsacognizione di causa. E in ogni caso non tenendo in debito conto il valore chela moneta unica ha intanto assunto, in poco più di due lustri, a livellointernazionale.

Nel panorama mondiale, infatti, in meno di 13 anni, l’euro èdiventata la seconda divisa utilizzata per gli scambi commerciali. In questo classificaè, dunque, seconda soltanto al dollaro,che da solo – come si sa – vale un terzo di tutti gli scambi (seguono yen,sterlina, dollaro australiano e franco svizzero; fanalini di coda, real brasilianoe rupia indiana).

In particolare, nel mercato del forex (foreign exchang market,vale a dire, scambio di valuta estera) ritenuto – come si sa – il mercato piùliquido del mondo, se è vero, (come èvero) che da solo registra contrattazioni quotidiane per circa 5.300 miliardidi dollari.

Con l’occupazione di una quota di oltre il 33% di scambi l’eurorappresenta, dunque, una notevole onda d’urto finanziaria, capace dicondizionare pesantemente tutti gli altri mercati finanziari, dalle azioni aibond.

Ed è in forza di questo peso che èdiventata, appunto, divisa di riferimento per le riserve internazionali. Allafine del 2012, infatti, si stima che fossero in euro ben il 24% di tutte leriserve finanziarie mondiali.

Certo, il fatto che l’euro – a fronte dell’economia reale rappresentatadal vecchio continente - sia così apprezzato (complice, nel frattempo, anche la debolezzastrutturale denunciata dal dollaro, in questo primo decennio del secolo XXI) nonpone la moneta unica del tutto al riparo dalla speculazione internazionale.

Anzi.Speculazione favorita – giusto per ricordare – dalla crisi dei debiti sovrani.

A proposito di emissione del debito, peraltro, è appena ilcaso di sottolineare che anche considerata sotto questo aspetto la moneta unicaha assunto ormai un ruolo sempre più centrale. Sempre con riferimento al 2012,infatti, va ricordato che su 19.400 miliardi di dollari di titoli di debito incircolazione, a livello planetario, circa 7.300 miliardi (il 37,7%) del totaleerano espressi in euro.

Per concludere, la discussione – all'indomani di elezioniche possono leggersi sicuramente in chiaroscuro – non è più se stare o usciredall'euro, semmai, sul ruolo che deve assumere, dal punto di vista politico,appunto, l’Unione Europea. La quale dovrà trovare il coraggio, ora, di incamminarsilungo il sentiero che porta alla vera unione politica o, per dirla con i piùconvinti europeisti, all'unione dei popoli, dopo che è stata semplicemente e nonsempre felicemente, unione delle monete, dei mercati e dei banchieri.