Lo Stato risulta essere sempre più bisognoso di soldi, nonostante gli italiani siano già abbastanza tartassati economicamente. La pressione fiscale, secondo le stime dell'Istat, è salita al 50,3 percento, di contro però i redditi della famiglie sono rimasti sostanzialmente al palo. Da una parte dunque la pressione fiscale, che negli ultimi mesi dell'anno scorso ha registrato un nuovo record, questo 50,3 percento, che nel 2013 risultava essere del 50,2 percento. Dall'altra c'è il rapporto deficit-Pil che è tornato sulla fatidica soglia del 3 percento, il limite imposto dal Patto di stabilità, prima di incorrere in eventuali procedure d'infrazione.

Sono stati questi gli ultimi dati Istat, che hanno fotografato con precisione la situazione economica di un'Italia che stenta ancora ad uscire dalla crisi. Il principale ostacolo è proprio l'elevata tassazione sulle famiglie e sulle imprese, che impedisce il rilancio dei consumi.

Tasse salate sulle case e crisi delle imprese

Il mattone rimane il bene più tassato. Secondo il Ministero dell'economia, il gettito del 2014 riguardante le case, è risultato essere di 25,2 miliardi di euro versati dai contribuenti italiani tra Imu e Tasi, ossia 1,6 miliardi in più rispetto a due anni prima, un vero e proprio record storico. Come si è già menzionato, l'altro dato negativo della giornata è stato il rapporto deficit-Pil, che nel 2014, secondo l'Istat, si è attestato al 3 percento, mentre nel 2013 era del 2,9 percento.

Tuttavia un'altra seria preoccupazione proviene dalla crisi e dal crollo dei profitti delle imprese, con una caduta dello 0,8 percento rispetto all'anno precedente, il dato più basso dall'inizio delle serie storiche nel 1995. Una buona notizia proviene dalla situazione della spesa delle famiglie, che è salita dello 0,5 percento in un anno, il primo segnale positivo dal 2011; proprio in questo periodo, molte famiglie stanno facendo i conti con un lieve aumento (dello 0,2 percento) del proprio reddito, nonostante il potere d'acquisto sia rimasto invariato.