Saranno giornate cruciali per il destino della Grecia, che mai come ora è stata vicina alla bancarotta. I cittadini greci cominciano a percepire che le cose potrebbero avere una piega negativa nel caso in cui, dopo l'Eurogruppo previsto per lunedì 22 giugno a Bruxelles, non si dovesse raggiungere nessun accordo con i creditori e le istituzioni europee, BCE in testa. A parole infatti, si cerca da entrambe le sponde di lanciare messaggi rassicuranti sulla possibilità di arrivare ad un'intesa, ma la realtà sembra essere ben diversa.

Preparazione per lo scenario peggiore

C'è chi si sta già preparando allo scenario peggiore con la Grecia fuori dalla moneta unica.

Chi invece sembra andare controcorrente con dichiarazioni di esemplare esplicità è il Fondo Monetario Internazionale, che attraverso le dichiarazioni della sua direttrice Christine Lagarde, non sembra disposta a fare sconti al governo guidato da Alexis Tsipras: o provvederà a saldare il debito di 1,6 miliardi di Euro che ha come scadenza quella del prossimo 30 giugno, oppure sarà default. Il tono è perentorio e i margini di manovra per il governo di Atene in questo caso sembrano essere davvero pochi.

In tutta questa discussione, c'è chi invece sta prendendo i primi provvedimenti concreti e cioè i cittadini greci che continuano a prelevare denaro dai loro conti correnti.

Solo nella giornata di ieri 19 giugno, sono stati prelevati 1,2 miliardi di Euro dalle banche greche per un totale di 3 miliardi solo nell'ultima settimana. Uno scenario questo che ha messo in allarme la Banca Centrale Europea, che proprio ieri si è dovuta riunire d'emergenza per fornire liquidità agli istituti di credito greci e scongiurare l'ipotesi della chiusura delle banche lunedì proprio per carenza di denaro da erogare.

Lo scopo di questa corsa agli sportelli è chiaro: in caso di default, con la Grecia fuori dall'Euro e il conseguente ritorno alla Dracma, quel denaro sarebbe di gran lunga svalutato, di qui la corsa ad accumulare Euro per tenersi al riparo da un possibile disastro.