Un interessante articolo pubblicato oggi su Il Sole 24ore svela agli italiani 10 cose da sapere sul DEF, acronimo di Documento di Programmazione Economica e Finanziaria. Nell'articolo a firma di Dino Pesole viene spiegato che si tratta di una novità del semestre europeo volta a coordinare le politiche economiche dei Paesi membri della Ue prima che vengano emanate le vere e proprie leggi di bilancio. Letteralmente viene definito come testo di natura programmatica in cui ci sono gli indirizzi di politica economica. Come spiegato al paragrafo 4 del predetto articolo, dopo l'approvazione dell'Ecofin si passa alla promulgazione delle rispettive leggi di bilancio che dovranno essere in linea con le raccomandazioni emanate da Bruxelles.

L'origine di tale documento è del governo Berlusconi che lo istituì il 7 aprile del 2011 con legge numero 39.

Il contributo de La Stampa

I più esigenti possono andare a vedere il video pubblicato dalla redazione de La Stampa con un intervento di Paolo Baroni che in un minuto circa spiega molto bene cosa è un documento di programmazione economica e finanziaria. Si tratta in definitiva solo di un documento generico che fissa le linee guida, demandando poi alle successive leggi di bilancio di settembre il rispetto dei parametri concordati. Non è una legge e nemmeno un atto avente forza di legge. Va presentato entro il 10 aprile e soltanto dopo si procede a redigere la Legge di Bilancio. Quanto spiegato contribuisce maggiormente a fare chiarezza sul referendum abrogativo possibile.

Come si forma un Def

Il governo decide il Def e poi lo presenta al parlamento per ottenerne l'approvazione, ma prima deve superare una fase intermedia. Va inoltrato anche a quello europeo che deve validarlo per poterlo poi presentare alle camere nazionali. Stiamo parlando di un testo programmatico privo di forza di legge, dove spesso le misure previste sono anche modificate frequentemente.

Le parti di cui si compone sono essenzialmente tre: una viene curata dal dipartimento del Tesoro, un'altra dalla Ragioneria generale dello Stato e una concordata tra dipartimento delle Politiche comunitarie e Tesoro.

Legge 107 collegata al Def

Se ne parla spesso nei riferimenti dei docenti allorquando si vuole valutare l'ammissibilità di un referendum sulla Buona Scuola.

La questione non è di lana caprina perché, nel caso descritto dai giornali sopra menzionati, si parla di un semplice documento programmatico e non di legge. La differenza si rivela determinante per verificare la possibilità prevista dall'art. 75 della Costituzione di abrogare totalmente la recente legge sulla scuola e non solo alcuni punti della stessa. In tutto questo continuano a fiorire su Facebook le dispute sulla tempistica dei referendum sulla legge della scuola per abrogarla.