Le ultime notizie sulla Grecia indicano che il fallimento di Atene è realtà, almeno nei confronti del FMI: entro la mezzanotte del 30 giugno avrebbe dovuto pagare al Fondo Monetario Internazionale le rate di giugno del debito che ha nei confronti dell'istituzione finanziaria, ma non avendo gli 1.6 miliardi necessari è tecnicamente in default. In realtà quello della Grecia è un default parziale, ampiamente preventivato e che non porta alla Grexit, l'uscita dall'euro e dall'Europa: l'FMI usa l'espressione pagamento arretrato ma dalle parole del presidente Christine Lagarde si evince che verranno accelerati i tempi tecnici e non si darà ad Atene quel mese di tempo in cui si mandano due solleciti di pagamento ma si avvieranno il prima possibile le procedure per la notifica del fallimento.
Se poi il 20 luglio Atene non pagasse anche la rata del debito verso la BCE allora il default della Grecia sarebbe torale e l'uscita dall'euro potrebbe essere davvero a un passo.
La Grecia è il paese col più alto debito nei confronti del FMI: ben 35 miliardi di euro, dovuti perchè il Fondo Monetario Internazionale ha contribuito ad entrambi i pacchetti di aiuti al paese ellenico nel 2010 e nel 2012. Inoltre il mancato pagamento della rata da 1.6 miliardi di euro è, nella storia del FMI, il più alto di sempre.
Che conseguenze ci sono col default della Grecia nei confronti del FMI? Innanzi tutto Atene non dovrebbe avere più accesso alle risorse del Fondo, ma in realtà il programma di aiuti programmati andrà avanti visto che ci sono ancora 3.6 miliardi di euro dal pacchetto del 2012.
Se non sanerà la sua posizione, la Grecia potrebbe essere espulsa dal FMI.
La Grecia ha chiesto la ristrutturazione del debito che ha nei confronti del FMI, ma il Fondo non lo concede mai per evitare disparità di trattamento tra i vari Stati membri. Si conferma quindi come il governo Tsipras non conosca bene le regole della finanza internazionale o non le vuole tenere in considerazione.
Il Fondo Internazionale Monetario però può concedere rinvii e dilazioni per il pagamento dei debiti nei suoi confronti solo in casi eccezionali e se l'esborso creerebbe al debitore uno "stato di eccezionale privazione". Purtroppo per la Grecia non sembra che ciò verrà concesso: l'ultima volta fu nel 1982 nei confronti di Guyana e Nicaragua, due paesi estremamente poveri del Centro-Sud America, mentre la Grecia è un paese più avanzato, fa parte dell'UE e che ha già goduto di troppe eccezioni, a dire del FMI.
Da considerare anche la questione politica: Brasile e Cina sono in attesa da anni della riforma interna al Fondo che darebbe loro più peso (gli USA continuano a porre il veto); in più nel 2016 scade il mandato della Lagarde che puntando però ad un rinnovo non può perdere l'appoggio dei Paesi Emergenti che già da tempo si lamentano per gli eccessivi "favoritisimi" nei confronti della Grecia e in genere dell'Europa.