Forse era meglio restare chiusi. Questo avranno pensato in Grecia dopo aver visto il risultato della prima giornata di contrattazioni del mercato azionario di Atene che ha riaperto dopo essere rimasto chiuso per l’intero mese di luglio, in cui il governo di Alexis Tsipras è stato costretto a varare l’ennesimo piano lacrime e sangue da 3,5 miliardi di Euro per tentare di salvare il Paese dalla bancarotta, in cui ha dovuto accettare praticamente senza condizioni il ritorno della Troika, e dopo il rimpasto di governo in cui i ministri ribelli di Syriza sono stati sostituiti in meno di 48 ore.

Partenza da brividi

Sin dalle prime battute della mattina si capisce che la giornata potrebbe trasformarsi in un Vietnam con perdite colossali e dalle conseguenze imprevedibili. Intorno alle 12, il listino della Borsa di Atene era arrivato a perdere oltre il 23%, recuperando fino al -17% delle ore 14:00, per chiudere poi con un calo del 16%, con i titoli finanziari e bancari a fare la parte del 'leone', trascinati al ribasso dall’attesa ricapitalizzazione e dalla paura per la situazione generale politica ed economica del Paese ellenico che non riesce ad uscire da una crisi che dura ormai da 5 anni e che ha bruciato oltre il 25% del pil nazionale, senza contare che il la Borsa greca nel 2015 ha perso oltre il 40% del proprio valore.

Bene le Borse Europee, più marcati i cali in Asia

Chi temeva un effetto domino sulle altre Piazze finanziare del Vecchio Continente si è dovuto immediatamente ricredere; i principali listini quelli di Francoforte, Parigi, Londra e Madridriportanotutti segni positivi tra lo 0,56% di Parigi e l’1,08% di Francoforte. Bene anche la Borsa Italiana conPiazza Affari che segna unrialzo dello 0,75%.

Leggermente diverso il discorso delle Piazze asiatiche trascinate al ribasso dai timori su un rallentamento dell’economia cinese. Unica eccezione Tokyo che perde appena lo 0,2%.

Debito da ristrutturare?

Dopo la concessione dei prestiti per evitare il default, continuano le trattative tra il governo greco e la Troika, per trovare una soluzione.

Dal Fondo Monetario Internazionale, la direttrice Chirstine Lagarde torna a chiedere una ristrutturazione del gigantesco debito, sostenendo che per la Grecia quello non è un debito sostenibile (peccato che a giugno fosse stata proprio lei la più dura nelle trattative rischiando di far fallire l’intero negoziato). Ad opporsi questa volta è la Germania che in modo categorico attraverso il ministro delle finanze Schauble, ripropone la solita ricetta: austerità e rigore nei conti pubblici; ricetta che si è dimostrata fallimentare non solo in Grecia ma in tutti i paesi che l’hanno applicata a partire dall’Italia.