È un problema, quello dell'evasione fiscale, che viene da lontano. Non si giustifica, ed è un male che si ripercuote soprattutto sui cittadini onesti,che devono farsi carico anche di pagare le tasse degli evasori. Non sono sufficienti i controlli, che pure ci sono in modo capillare da parte degli organismi preposti, e lo Stato, per debellare il fenomeno, è costretto a ricorrere alle leggi ad hoc. All'articolo 1 della Legge 15 dicembre 2014 n. 186, entrata in vigore il 1° gennaio 2015 si parla di "misure per l'emersione e il rientro di capitali detenuti all'estero nonché per il potenziamento della lotta all'evasione fiscale".

Richiesta volontaria di regolarizzazione

È chiaro che lo scopo principale della legge stessa, è quello di far emergere l'evasione fiscale col rientro dei capitali attualmente annidati all'estero. La Voluntary disclosure consente infatti la possibilità di presentare richiesta, in modo volontario, all'Amministrazione finanziaria, per denunciare e regolarizzare i patrimoni detenuti all'estero. In cambio il contribuente è tenuto al pagamento delle tasse evase con uno sconto sulle penali. Fino al 30 settembre le richieste sono state circa 60 mila con una emersione di circa 28 miliardi di imponibile. La proroga della legge è avvenuta con un DL n. 153 del 30 settembre 2015, entrato in vigore nella stessa data e l'Amministrazione finanziaria, prudenzialmente, si aspetta ancora ulteriori richieste, fino a raggiungere complessivamente il numero di 90 mila istanze.

Non sanabili i conti di dubbia provenienza

È chiaro che la Voluntary disclasure non regolarizza i conti alimentati da corruzione, reati associativi e criminalità. Nel convegno tenutosi a Milano il 1° ottobre 2015 International Tax Trend and Italian Tax Reform di Dla Piper, si è parlato appunto della Voluntary che ha visto la presenza di Rossella Orlandi e di Vieri Ceriani, consigliere economico del ministro Pier Carlo Padoan.

Nella Voluntary rientrano anche quelle banche straniere, non organizzate in territorio italiano, che hanno concesso finanziamenti a residenti italiani e da essi hanno percepito interessi. Per l'Amministrazione finanziaria, detti interessi devono essere tassati in Italia. Rossella Orlandi ritiene che sia stata necessaria la proroga di due mesi concessa, e la riapertura dei termini consentirà ulteriore recupero dell'imponibile. Tutto questo dev'essere motivo di riflessione per la politica e si rende necessaria la ricerca di nuove procedure che impediscano di trasferire capitali all'estero con semplicità.