"Tuteleremo i redditi bassi", queste le parole del consigliere economico di Renzi, Tommaso Nannicini. Quest'ultimo ha pertanto affermato che nel prendere tali decisioni saranno coinvolte anche le parti sociali (sindacati) e che saranno ascoltate le loro ragioni, però, alla fine sarà il governo nella sua autonomia a prendere decisioni riguardanti le Pensioni e la flessibilità. Il sottosegretario ha, inoltre, cercato di spiegare il significato dell'APE, ovvero un prestito pensionistico al quale si sta lavorando da circa una settimana.

Il ruolo dei sindacati

Il sottosegretario Nannicini ha parlato anche del ruolo che avrà il sindacato in questa vicenda. "Ci sono delle decisioni molto importanti da prendere e per questo saranno coinvolti anche i sindacati. Ma il programma - ha continuato - sarà fatto di regole che risulteranno diverse rispetto a quelle adottate in passato. Saranno ascoltate le ragioni delle parti sociali ma, alla fine, a tirare le somme sarà il governo autonomamente", queste le parole del consigliere renziano in un'intervista a La Stampa.

Cos'è l'APE

Dal 24 maggio 2016 è giunto, sulle scrivanie ministeriali, il documento relativo all'APE(Anticipo Pensionistico). Con questo nuovo strumento, tutti coloro che hanno compiuto 63 anni a partire dal 2017 potranno accedere alla pensione prima del tempo previsto dalla legge.

Però, dovranno essere consapevoli che sarà applicato un taglio che va dall'1% al 3% per ogni anno di anticipo della pensione stessa e che può raggiungere anche il 4%. Questo nuovo meccanismo sarà finanziato dalle banche e dalle assicurazioni che somministreranno quanto dovuto ai pensionati richiedenti l'anticipo pensionistico attraverso l'INPS.

Le proteste dei sindacati

Continuano le opposizioni delle parti sociali che si ostinano a proporre uno strumento che sia in grado di tutelare il potere d'acquisto delle pensioni e di recuperare tutte le retribuzioni perse dai pensionati in merito al blocco delle rivalutazioni pensionistiche del 2012-2013. Inoltre, richiedono la rivisitazione della legge Fornero in modo da permettere l'uscita anticipata flessibile ed incentivare, al tempo stesso, l'ingresso dei giovani disoccupati nel mercato del lavoro.

La risposta del sottosegretario Nannicini

Il consigliere economico del premier Renzi, Tommaso Nannicini, ha affermato che il governo ha deciso di rimettere mano alle pensioni in quanto, nonostante i molti interventi, si è ancora in fase di transizione. La responsabilità principale, secondo Nannicini, è della riforma Dini, la quale ha reso troppo lungo il passaggio al sistema contributivo. "Solo dopo il 2035 le persone che usciranno dal lavoro avranno una pensione interamente contributiva. - così ha parlato il sottosegretario esaltando, inoltre, la riforma Fornero - La legge Fornero ha dato maggiore sicurezza al sistema anche se ha introdotto una rigidità molto forte in uscita". Il consigliere ha fatto anche una sorta di esempio pratico riguardo tale vicenda.

Ha affermato che per i redditi medio-alti la penalizzazione sarà elevata, dato che in quel caso le detrazioni saranno minime. Invece, per i redditi bassi o per i disoccupati ci sarà maggiore flessibilità e la penalizzazione sarà molto piccola.