La rilevanza del contraddittorio preventivo nell’ambito dell’accertamento fiscale è un principio che si applica in tutti i casi in cui il fisco si presenta a casa del contribuente, per le tasse che impone l’Unione Europea e quando viene rilasciato il pvc o per gli accertamenti sul valore degli immobili.

La Corte di Cassazione con la recente sentenza n. 17720/16 ha statuito che il contraddittorio preventivo deve rappresentare un passaggio obbligatorio anche per gli accertamenti da redditometro. Questo a pena di nullità dell’accertamento stesso.

In altre parole da questa importante decisione ne consegue che il contribuente, che non viene informato delle relative indagini fiscali a suo carico,ha la possibilità di eccepire tale vizio in giudizio dinnanzi la Commissione Tributaria chiedendo il relativo annullamento dell’avviso di accertamento

Difesa preventiva: obbligatoria per il reddittometro

Il redditometro infatti è un particolare strumento attraverso cui l’Agenzia delle Entrate può stimare il reddito presunto del cittadino, sulla base di un esame delle spese che ha effettuato. Ci si basa su una serie di indici già fissati, che rilevano in pratica lo scostamento tra reddito dichiarato e le spese effettuate. Il contribuente ha quindi la facoltà di fornire una "prova contraria, per sottolineare che il finanziamento delle spese fatte è avvenuto magari grazie a dei redditi esenti, diversi da quelli del periodo d’imposta in cui è scattato il controllo.

A questo proposito anche la la Corte di Giustizia dell’Unione Europa, ha ritenuto il contribuente ha sempre il diritto di essere sentito prima che nei suoi confronti sia emanato un atto che possa incidere sul suo patrimonio personale.

Gli Ermellini hanno quindi dimostrato una certa apertura estendendo la garanzia dell’effettiva partecipazione del contribuente, anche nei procedimenti riguardanti l’applicazione del redditometro.

Il contribuente ha sempre il diritto, dopo essere stato informato dall’Agenzia delle Entrate di spiegare sempre la sua versione dei fatti. Ne consegue che l’Agenzia in futuro per tali atti impositivi deve sempre comunicare espressamente al contribuente che è in corso un accertamento dove risulta al fisco che le uscite di denaro superano il 20% delle sue entrate economiche.

Dove non si applica il contraddittorio preventivo?

La legge italiana non contempla il diritto al contraddittorio preventivo nel caso della notifica di una cartella di pagamento di Equitalia e in tutti i casi di iscrizione a ruolo qualora vi siano incertezze su aspetti importanti della dichiarazione dei redditi .In tali ipotesi viene dunque meno l’illegittimità dell’avviso di accertamento fiscale, che lo informa dell’avvio di un procedimento nei suoi riguardi. La magistratura in questi anni con varie considerazioni ha espresso il convincimento che il contraddittorio oltre a costituire un’arma di difesa per il contribuente, ridurrebbe il contenzioso evitando quelle impugnazioni che poggiano su manifesti e palesi errori dell’agenzia fiscale.

In tali casi inoltre chiedere preventivamente all’interessato dei chiarimenti, potrebbe ridurre anche i costi non solo economici e ma anche di tempo in capo all’amministrazione, specialmente laddove abbia commesso un errore di valutazione. Per altre informazioni di diritto potete premere il tastoSegui accanto alnome dell'autore.