Secondo il Forum economico mondiale (WEF) l'Italia migliora, ma più lentamente rispetto agli altri.Naturalmente, in cima alla graduatoria stilata dagli esperti troviamo la Svizzera per l'ottavo anno consecutivo. L'economia elvetica si conferma prima della classe davanti a Singapore e gli Stati Uniti, mentre in Europa i migliori risultano i Paesi Bassi e la Germania. La Gran Bretagna nella stesura effettuata prima della Brexit si colloca settima, chiudonola top tenGiappone, Hong Kong e Finlandia. La competitività italiana è stata scalzata anche dalla Russia di Putin.

Punti critici

L'Italia è l'ottava economia al mondo, ma per il funzionamentodella pubblica amministrazione si ritrova relegata agli ultimi posti su 139 paesi. Inoltre, 103esima come qualità dell'istruzione, 119 nell'efficienza del mercato del lavoro, 93esima come ambiente macroeconomico, 57esima per la qualità delle infrastrutture. Non è finita, in fondo alla pagella ed esattamente al 137esimo e 136 esimoposto si collocanoi tanto decantatiincentivi fiscali all'italiana egli oneri dovuti agli enti locali. Per quanto riguarda l'accesso al credito 122esimi, 129esimiper la pressione fiscale, 120esimo gradino per la meritocrazia e un pesante 138esimo per il rapporto debito/Pil.

Colpa dello Stato?

Le banche pagano a caro prezzo l'accumulo di vecchi crediti deteriorati, le riforme hanno migliorato di poco la situazione, ma pesano la burocrazia, la crescente fuga di cervellie i lunghissimi tempi del Jobs act.

Lo Stato è come i pozzo di San Patrizio, funziona male e spende tantissimo: basterebbe smontare l'assistenzialismo e gli interessi del dipendente rispetto ai diritti del cittadino, magari digitalizzando il più possibile e rendendo più trasparenti e snelli tutti i vari passaggi burocratici. Nel frattempo l'Italia continua a sperperare risorse: nel sud (dati ISTAT)lavora una donna su tre, le ultime riforme pensionistiche, anche se necessarie,bloccano ulteriormente l'ingresso dei giovano al mercato del lavoro.