La bancarotta del colosso di trasporto coreano potrebbe regalare un triste natale per gli appassionati di tecnologia. Dopo la bancarotta di hanjin di fine agosto, infatti, sono quasi novanta le navi portacontainer bloccate fuori dai porti di tutto il mondo, Europa e Italia comprese. Alcune grandi aziende specializzate in prodotti hi-tech, come Samsung, stanno attivando i propri studi legali per permettere lo sbarco delle merci, senza incorrere in sequestri preventivi disposti dai creditori del vettore coreano.

Secondo l’agenzia di stampa Reuter, nei container bloccati fuori da porti di tutto il mondo sono stipati circa 14 miliardi di dollari di prodotti, in teoria destinati a riempire gli scaffali della grande distribuzione in vista degli acquisti natalizi.

Tra questi prodotti anche le principali novità del settore, per cui il periodo natalizio è il classico trampolino di lancio.

La crisi di Hanjin sta scuotendo i mercati di tutto il mondo

Per quanto riguarda il mercato italiano, le stime parlano di circa 5 mila contenitori bloccati, per un valore di oltre 300 milioni di euro: nei giorni scorsi due navi di Hanjin sarebbero dovute attraccare al porto di Genova, ma in attesa della sentenza della Corte di Appello del capoluogo ligure che si pronuncerà sulla salvaguardia della merce, sono state “dirottate” in Spagna, per evitare appunto sequestri preventivi. La cosa, ovviamente, mette in forse l’arrivo di moltissimi prodotti hi-tech nei negozi in tempo per la corsa ai regali natalizi.

Un problema che non giunge inaspettato

La crisi di Hanjin sta scuotendo i mercati di tutto il mondo, ma non è arrivata in aspettata: da diversi anni, infatti, la compagnia presenta bilanci in rosso, per via del forte indebitamento scaturito dall’investimento massiccio nella costruzione della cosiddette “mega navi” di ultima generazione, capaci di trasportare oltre 18 mila contenitori alla volta.

La bancarotta del colosso coreano potrebbe, però, essere sola la prima di un settore particolarmente sotto stress: con la corsa al gigantismo navale si è creato un “eccesso di stiva”, non accompagnato da una crescita della domanda del commercio mondiale.