“Karōshi”. Ha un nome ben preciso un fenomeno sempre più preoccupante: la morte per troppo Lavoro. Si tratta di un termine giapponese, perché è proprio in Giappone che si sta verificando in maniera allarmante. Attacchi cardiaci sono in testa tra le cause di morte. Iniziato a circolare nel ’69, con uno dei primi casi di morte per troppo lavoro, del Karōshi oggi si stanno segnando i numeri. Il Ministero del Lavoro sta tenendo, infatti, monitorati i casi per provvedere con qualche misura ad hoc.
Ma non è finita qui. Accanto alla morte per eccesso di lavoro c’è il “karojisatsu”, vale a dire il suicidio per troppo lavoro.
Insomma, quando è il dipendente a scegliere. Il recente suicidio di un dipendente dell’agenzia pubblicitaria Dentsu per carico eccessivo di lavoro e accumulo di più di 105 ore di straordinari ha risvegliato un problema che ha tratti drammatici.
Il governo ha, così, presentato un Libro Bianco, ossia un’analisi precisa della situazione “morti da troppo lavoro”. I dati che si leggono sono questi:
- 1 azienda su 5 ha lavoratori che fanno 80 ore di straordinari al mese
- 1 azienda su 4 ha dipendenti fortemente stressati, stress che si concretizza in infarti, esaurimento, tachicardia, problemi respiratori
- Nel 2015 i suicidi o tentati tali sono stati 93, secondo i dati del ministero della salute, 2.159, secondo la polizia
- poche ferie e pochi giorni di malattia a disposizione dei dipendenti
- le categorie vittime di questa situazione sono soprattutto quelle dei settori della comunicazione, della ricerca e tecnologia e dei trasporti
- ciò che spaventa ulteriormente è che molto spesso gli straordinari non vengono conteggiati per volere degli stessi dipendenti, impauriti da una possibile considerazione negativa da parte dei propri capi
E ora?
L’argomento rimane ancora pressoché “tabù”, soprattutto perché mette in luce un "dietro le quinte" preoccupante: il sovraccarico di lavoro pare derivare, infatti, da una mancanza di manodopera dovuta, a sua volta, da un calo di nascite e da scarsa immigrazione per una paura - che parte da dentro il Paese stesso - all'apertura. Si spera, dati alla mano, che le famiglie delle vittime di Karōshi e karojisatsu chiedano giustizia, perché nel 2016 non si può morire per il troppo lavoro.