Alquanto strana l'iniziativa londinese del questionario per chiarire se i futuri allievi di qualche Scuola locale, che dovranno approcciarsi con la lingua inglese sianoitaliani, napoletani o siciliani. A quanto sembra non si tratta didiscriminazionema a quanto si dice, di un mezzo per migliorare la didattica e l'insegnamento.
Questionario discriminatorio o didattico?
Una strana iniziativa è stata presa da alcune scuole londinesi per stabilire se i futuri studenti che entreranno nelle strutture didattiche sianoitaliani, napoletani o siciliani. La motivazione è stata data e si è appreso che questa è un'iniziativa per migliorare l'insegnamento della lingua inglese nella scuola britannica.
C'è chi invece ha pensato ad una vera e propria "schedatura".
Decisamente si tratta di una stravagante domanda da parte delle scuole della Gran Bretagna, anche se l'intenzione è stato dichiarato essere un'altra. A Londra infatti alcune scuole avevano pensato di migliorare l'insegnamento dell'inglese, affiancando agli immigrati eventuali aiuti a seconda della provenienza ed un'assistenza linguistica adeguata.
A Londra gli italiani si sentono schedati
La nostra Ambasciata è intervenuta immediatamente, visto che alcuni italiani immigrati in Gran Bretagna hanno segnalato di sentirsi "schedati", quasi l'Italia si debba dividere in tre fasce di abitanti, appartenenti ad etnie diverse.“L’Ambasciata d’Italia nel Regno Unito è intervenuta per richiedere la modifica di talune categorizzazioni regionali riferite all’Italia comparse sui moduli per l’iscrizione alla scuola in alcune circoscrizioni in Inghilterra e nel Galles” si legge in un comunicato stampa a riguardo.
L'Ambasciata italiana ha chiesto inoltre la rimossione del questionario e dall'inevitabile dubbio proposito dell'iniziativa contestata.L'ambasciatorePasquale Terracciano, in una sua nota agli italiani, che si sono sentiti discriminati commenta:“Si tratta di iniziative locali, motivate probabilmente dall’intenzione d’identificare inesistenti esigenze linguistiche".
Il commento continua dicendo che non c'era questo bisogno e che le intenzioni non bastano, soprattutto se sono dubbie e risultano un'offesa per chi vive e lavora nel luogo.
Lo stessoForeign Office, che rappresenta gli immigrati e quindi anche gli italiani in Gran Bretagna, ha provveduto a fare rimuovere dai moduli le domande incriminate. Una domanda però sorge spontanea: potrebbe essere una conseguenza diBrexit?