Inizialmente si parlava di un fabbisogno di capitale tra i 4 e i 5 miliardi (la valutazione congiunta dei due istituti totalizzava 4,5 miliardi) per il nuovo istituto di credito che nascerà dalla fusione delle due popolari venete. Secondo le più recenti indiscrezioni pubblicate da Bloomberg, la BCE avrebbe portato a 6,4 miliardi la stima delle necessità complessive sulla base dei risultati dei due istituti agli stress test e di altre valutazioni.

Nodo fondamentale, come nel caso del Monte dei Paschi, è costituito dalla valutazione di solvibilità: la ricapitalizzazione precauzionale potrà essere approvata solo se verrà scongiurata la possibile dichiarazione di insolvenza che renderebbe necessaria la risoluzione degli istituti.

Le perdite e la transazione con gli azionisti

Veneto Banca ha archiviato il 2016 con una perdita di 1,5 miliardi in crescita dal rosso di 890 milioni. Determinante sul risultato dello scorso esercizio le rettifiche sui NPL per 1,3 miliardi. Risultato simile per Banca Popolare di Vicenza che ha registrato una perdita da 1,9 miliardi, in crescita dagli 1,4 miliardi dell'esercizio precedente, anche in questo caso il risultato è stato fortemente influenzato dalle rettifiche sui NPL per un totale di 1,7 miliardi.

Per quanto concerne la proposta di transazione nei confronti degli azionisti, la soglia fatidica dell'80% delle adesioni non è stata raggiunta, anche se il livello si è attestato comunque ad un livello elevato, intorno al 70%.

Entrambi gli istituti, seppure in maniera separata, hanno scritto alla BCE indicando come unica possibilità di soluzione del proprio stato di crisi la fusione in un unico istituto e la ricapitalizzazione precauzionale a carico dello stato con un fabbisogno stimato in circa 4,5 miliardi.

Il nodo della solvibilità

Sulla base delle indiscrezioni disponibili e pubblicate dalla maggioranza dei quotidiani, il giudizio sulla solvibilità dei due istituti, da parte della BCE sarebbe positivo, scongiurando in tal modo l'eventualità di un bail-in che avrebbe inevitabilmente coinvolto, oltre agli azionisti, anche gli obbligazionisti subordinati e forse quelli ordinari.