Alcuni importantissimi paesi dell'area mediorientale: Arabia Saudita, Egitto, Bahrein e poi, in aggiunta anche per la parte non riconosciuta da noi, la Libia e lo Yemen, hanno rotto tutte le relazioni diplomatiche con il Qatar. Si tratta di un'azione senza precedenti perché quella che c'è stata qualche hanno fa è stata un'azione molto inferiore e che si concluse in poco tempo. Il Qatar è un paese sempre più presente nell'economia occidentale: a Londra, ad esempio, il Qatar possiede più beni della regina Elisabetta.
Cos'hanno in comune il quartiere "Porta Nuova" di Milano, una buona fetta di Costa Smeralda, il Paris Saint Germain, la maison "Valentino", i magazzini "Harrod's" e il più grande grattacielo d'Europa noto come "The Shard" (la scheggia) situato proprio su London Bridge, teatro dell'ultimo attentato a Londra?
La risposta è: lo stesso proprietario, cioè, il Qatar.
L'economia del Qatar
Affacciato sul Golfo Persico, il piccolo emirato arabo è seduto su colossali riserve di gas naturali di cui è tra i primi tre produttori al mondo (secondo per export) e che pesa per oltre metà del suo PIL (ricava infatti il 55% del suo Prodotto Interno Lordo dalla produzione di gas), oltre ad essere il tredicesimo produttore di petrolio al mondo. Tutte queste caratteristiche rendono questo stato immensamente ricco e i suoi due milioni di abitanti si dividono nel PIL pro-capite più alto del mondo.
Il suo fondo sovrano utilizzato per gli investimenti, il Qatar Investiment Authority, può contare su 225 miliardi di dollari.
E se il legale col terrorismo, alla base dell'ultima disputa che ha spinto i suoi vicini ad interrompere ogni rapporto diplomatico con l'emirato, non è stato certamente provato, quello che è sicuro invece è che il Qatar certamente i suoi soldi non li tiene fermi. Anzi, negli ultimi anni ha fatto "shopping" in mezzo mondo, soprattutto in Europa.
Da banche a moda, lo "shopping" dell'emirato in UE
Il Regno Unito, dove ha investito quasi 40 miliardi di sterline, sembra essere la sua destinazione preferita. Infatti, direttamente o indirettamente, possiede più metri quadri di città della regina. Solo per acquistare "Harrod's" ha speso un miliardo e mezzo di sterline, ha oltre il 10% della borsa di Londra, il London Stock Exchange, che controlla la borsa italiana; partecipazioni internazionali nel "Barclays", nell'aeroporto "Heathrow" e nel IAG (British Airways, Iberia e Aer Lingus); possiede l'intero villaggio olimpico di Londra.
In Italia, oltre ai già citati maison "Valentino", "Porta Nuova" di Milano e i tanti alberghi in Costa Smeralda, il Qatar ha poco meno del 50% di Meridiana. Sempre in Europa ha partecipazioni in banche, compagnie automobilistiche, società energetiche e petrolifere: "Volkswagen" per la Germania, "Rosneft" per la Russia, "Royal Dutch Shell" per l'Olanda, "Glencore" per la Svizzera. Possiede o sponsorizza anche squadre di calcio come, ad esempio, il Paris Saint Germain della Francia.
Negli Stati Uniti, dove pure ha investito miliardi di dollari, possiede una quota di uno degli edifici più simbolici: l'Empire State Building. Insomma, il Qatar ormai controlli pezzi molto importanti delle nostre economie e le accuse dei suoi vicini, per altro non esenti dalle stesse insinuazioni, non possono che gettare una luce sinistra su questo impero finanziario, oltre che a porre anche interrogativi sull'evento forse più simbolico di tutti: i mondiali di calcio del 2022, assegnati, tra non poche polemiche, al piccolo emirato.