La riforma dei segnali TV c'è stata anni fa con il passaggio dall'analogico al digitale che coinvolse tutti gli italiani, in quell'occasione però furono concessi circa 6 anni per adeguarsi. Nella nuova legge di bilancio 2018 invece è previsto il passaggio completo e repentino al DVB-T2 da un giorno all'altro, a cavallo tra il 2021 e 2022. I televisori compatibili saranno tutti quelli acquistati dal 2017 in poi.

L'articolo 89 della legge di bilancio

L'articolo 89 del testo di legge recita "Uso efficiente dello spettro e transizione alla tecnologia SG" che in altre parole significa che gli apparecchi che si potranno utilizzare saranno tutti quelli che usano questa tecnologia SG, ovvero DVB-T2.

Attualmente sono al massimo l'8% in tutta Italia, questo significa che da qui al 2022 quasi tutti gli italiani dovranno comprarsi un nuovo televisore, pena la mancata ricezione dei canali.

Il legislatore ancora non si è espresso ancora in che modo dovrà avvenire, ma i tempi saranno decisamente più rapidi rispetto al passato. Durante il passaggio dall'analogico al digitale terrestre sono stati concessi circa 6 anni di tempo in cui gli operatori televisivi trasmettevano in doppia frequenza. In questo caso però non sarà possibile farlo, per cui lo switch off sarà immediato da un giorno all'altro. L'Unione Europea stabilendo il piano di cessione della banda 700 al 5G ha previsto anche la riforma completa della numerazione unica.

Questo è il punto più preoccupante per moltissime piccole emittenti che, già da ora, fa prevedere numerosi ricorsi al tribunale amministrativo di chi si sentirà in qualche modo danneggiato dalla nuova numerazione. Il rischio delle piccole emittenti sarà quello di sparire dagli schermi di chi non avrà comprato un nuovo televisore.

Il problema riguarderà anche le antenne

Per ricevere il nuovo segnale non basterà cambiare televisore ma sarà necessario anche apportare delle modifiche all'antenna. L'operazione sarà più semplice per chi vive in una casa indipendente mentre sarà più complicato per i condomini che, quasi sicuramente, dovranno chiamare l'antennista in massa con conseguenti disagi per sovraffollamento di richieste.

Il Governo ha fortunatamente messo in conto alcuni incentivi per ammortizzare i costi del passaggio, però non sufficienti per tutti. A partire dal 2019 verranno destinati 100 milioni che secondo una stima copriranno i costi di circa 4 milioni di apparecchi, ma in Italia ci sono 40 milioni di televisori.