Come anticipato su queste colonne in questi giorni stanno arrivando sulle nostre utenze telefoniche, in particolare su smartphone e cellulari diversi messaggi di testo che ci avvisano di una modifica alle condizioni contrattuali che viene giustificata con il rispetto di quanto stabilito dalla legge 172/17. Veniamo informati, in pratica, che a partire dal 5 marzo 2018 le eventuali offerte presenti sulla nostra linea e che, precedentemente, si rinnovavano massimo ogni 28 giorni, avranno cadenza mensile. Dopodiché ci viene assicurato che la nostra spesa annuale non verrà assolutamente modificata.

Ma dato che, ovviamente, la cadenza di pagamento si è leggermente allungata, ci viene rammentato che il costo mensile sarà riproporzionato ma avremo, in cambio, un ampliamento dei contenuti. Infine, veniamo informati della possibilità di recedere gratuitamente entro, massimo, il 4 marzo 2018.

Quindi, dal punto di vista strettamente formale la legge viene osservata. Ciò che, comunque, ha fatto saltare sulla sedia diverse migliaia di utenti - consumatori, i quali hanno cominciato a riempire di telefonate di protesta diversi organi di informazione, come pure diverse associazioni a tutela dei consumatori stessi, è il passaggio sull'invarianza del costo annuale che, se calcolato mensilmente, significa un aumento di quasi il 9%.

Quindi se prima una ricarica costava 10 euro, ora costerà quasi 11 euro.

L'intenzione del Legislatore

L'agcom ha calcolato che, con la fatturazione a 28 giorni, gli operatori telefonici avevano realizzato guadagni aggiuntivi per circa un miliardo di euro. Il Legislatore, reintroducendo l'obbligo di ritornare alla cadenza mensile voleva, in effetti, far rientrare quei denari nelle tasche dei consumatori.

Solo che, con queste comunicazioni, di fatto, le compagnie hanno trovato la maniera di incorporare il miliardo di euro nei propri bilanci. C'è, comunque, da chiarire che l'agcom aveva imposto l'obbligo della fatturazione mensile solo per le utenze di telefonia fissa, mentre il Legislatore non ha fatto alcun tipo di distinzione tra fisso e mobile, imponendo per tutti il ritorno alla fatturazione mensile.

La reazione di consumatori e associazioni

Dato che, ormai, tutti gli operatori telefonici si stanno adeguando a questa prassi i consumatori si sentono, letteralmente, presi in giro. Anche perché, in questo modo, viene, di fatto, depotenziato l'incentivo a recedere gratuitamente da una compagnia telefonica. Infatti, si dovrebbe aderire all'offerta di un altro operatore che, sicuramente, non si discosterà poi molto dalla concorrente.

Per questo motivo sono scese in campo diverse associazioni dei consumatori. Ad esempio, il Codacons ha deciso di intraprendere la strada dell'esposto all'Antitrust. Viene, infatti, denunciata la possibilità della creazione di un cartello che, di fatto, limita la concorrenza.

Mentre la Federcontribuenti, per bocca del suo Presidente Marco Paccagnella esorta tutti i consumatori ad adottare uno sciopero delle telefonate sospendendo tutte le offerte sottoscritte con il proprio operatore. Da parte loro le compagnie telefoniche dicono di aver rispettato in pieno la legge.