Ian Bremmer e Cliff Kupchan, rispettivamente direttore e presidente di Eurasia Group nel loro rapporto annuale sui maggiori rischi che il mondo dovrà fronteggiare nel 2018 hanno evidenziato che il nuovo anno non sembra essere iniziato nel migliore dei modi. "I mercati crescono e l'economia globale non va male, ma la popolazione è divisa ed i governi non stanno governando molto bene. L'ordine globale si sta sgretolando" hanno sentenziato i due esperti di geopolitica, che valutando la situazione dei singoli paesi e le tendenze mondiali temono che "qualcosa di importante potrebbe scuotere il pianeta come mai è accaduto negli ultimi dieci anni".

Bremmer e Kupchan si sono spinti ad affermare che se dovessero scegliere un anno per una grande crisi simile a quella che si verificò con il crollo finanziario del 2008, questo sarebbe proprio l 2018.

I principali rischi globali per il 2018 secondo Eurasia Group

Il principale rischio profetizzato dall'organizzazione è che la Cina, sempre più moderna e potente, possa colmare il vuoto di potere lasciato dagli Usa. I vertici dell'Eurasia Group vedono in Xi Jinping "il più potente leader cinese dopo Mao Tze Tung" e sostengono che molti governi abbiano iniziato a rivolgersi alla potenza asiatica per la sua non ingerenza nelle questioni degli altri paesi. Secondo Bremmer e Kupchan il governo cinese avrebbe sviluppato la strategia di commercio e investimenti più proficua del pianeta.

Un altro rischio che l'umanità dovrà fronteggiare è quello che un incidente possa sfociare in un'ampia guerra. Dopo gli attentati alle Torri Gemelle del 2001 e la crisi dei missili di Cuba del 1962 non ci sono state forte tensioni geopolitiche o provocate dai governi, ma ci sono vari scenari dove un errore di valutazione o una mossa azzardata potrebbero causare drammatici guerre internazionali, con riferimento in particolare alle due Coree, al fronte Siriano e quello Iracheno, all'Est Europa.

Anche la proliferazione del jihadismo viene indicato come un concreto fattore di rischio.

I rapporti tra le nazioni

Lo sviluppo dell'intelligenza artificiale e dei super computer è considerata come la più grande contesa tra le potenze economiche, con Cina e Stati Uniti che si fronteggeranno per il dominio dei mercati africani, europeo ed in India e Brasile.

A suscitare preoccupazione è anche l'atteggiamento assunto dall'Amministrazione Trump nei confronti dell'Iran, che sta mettendo a repentaglio i passi avanti fatti nel passato riguardo gli accordi sul nucleare. Oltre all'operato del presidente americano Eurasia Group vede nella Brexit una minaccia alle istituzioni dei paesi pacifici, che stanno perdendo credibilità. Questa situazione potrebbe fare aumentare il populismo antigovernativo e spingere la politica verso il protezionismo per andare incontro alla volontà popolare, a danno dell'economia globale.

A suscitare la preoccupazione dell'organizzazione anche la situazione del Regno Unito, che con la Brexit potrebbe peggiorare, inoltre anche in Asia ci sono situazioni delicate, come l'emergere del sentimento islamico in paesi come Indonesia e Malesia, la rabbia dei ricchi cittadini cinesi in Indonesia e la persecuzione della popolazione di etnia Rohingya in Myanmar.

In parte dell'Africa invece potrebbero esplodere violenze in paesi come Mali, Sud Sudan, Somalia, Nigeria, Etiopia, Kenia e Costa d'Avorio, nazioni minacciate dal terrorismo e dalla bellicosità, sotto l'influsso di gruppi come Al Qaeda, Stato Islamico e Boko Haram.