Venerdì 23 febbraio 2018, l'ex Aeeg (autorità di vigilanza per l'energia elettricità, il gas e i servizi idrici), diventata arera dopo aver ottenuto competenze di controllo anche sul settore dello smaltimento dei rifiuti, ha approvato una nuova delibera che, di fatto, fa passare la prescrizione delle bollette della luce dai precedenti 5 anni agli attuali due anni.

Vediamo come questa nuova disposizione influirà sui rapporti commerciali tra consumatori e società di fornitura, sopratutto in fase di contenzioso. Ma, prima di tutto, cerchiamo di capire perché si è resa necessaria questa disposizione, cristallizzata normativamente nell'ultima Legge di Bilancio 2018.

La "ratio" della nuova norma

Alla base della riduzione dei termini prescrizionali si trova la necessità di contrastare la pratica dei cosiddetti maxi-conguagli da parte delle società elettriche. Queste, infatti, in teoria dovrebbero conguagliare i consumi di energia almeno una volta l'anno. Tuttavia, in molti casi, questa regola non è stata rispettata, con fatture di perequazione che giungevano anche con 5 anni di ritardo. Di conseguenza, sono sorti diversi contenziosi, poiché, anche se la norma consentiva alle aziende elettrice di richiedere il pagamento pure dopo un intervallo di tempo così ampio - a meno che il cliente non si fosse precedentemente attivato per chiedere un conteggio dei consumi - in molti, all'oscuro di questa normativa, contestavano la bolletta dell'energia elettrica.

In seguito alla delibera emessa dall'Arera, le società elettriche non potranno più chiedere importi relativi a fatture più vecchie di due anni. Infatti, qualora dovessero comunque inviare conguagli relativi ad un periodo superiore, il consumatore avrà diritto a versare solo gli importi relativi agli ultimi 24 mesi. Questa disposizione entrerà in vigore per tutte le bollette della luce emesse successivamente al 1° marzo 2018.

Ulteriori tutele per i consumatori

La delibera dell'Arera specifica, inoltre, che se il fornitore di energia elettrica non dovesse inviare i conguagli al cliente-consumatore, questi potrà procedere al pagamento e, allo stesso tempo, inoltrare un reclamo al fornitore. Oppure è possibile sospendere i pagamenti, se gli importi sono riferiti a periodi superiori ai 2 anni.

Ad ogni modo, bisognerà inviare una comunicazione al fornitore e anche all'Antitrust, che può anche decidere di aprire un procedimento nei confronti dell'azienda elettrica. Qualora dagli accertamenti dovessero emergere delle violazioni da parte della società di fornitura, quest'ultima sarebbe tenuta a rimborsare al cliente i pagamenti già effettuati.

A corollario di queste disposizioni, l'Arera pensa anche di introdurre nella fattura una voce che evidenzi chiaramente quali importi sono già prescritti, per i quali, dunque, non può essere più preteso alcun pagamento. Inoltre si sta ragionando sull'introduzione di modalità atte a stabilire quando la mancata lettura sia dipendente da negligenza del cliente o della società elettrica, giungendo così ad una sorta di prescrizione automatica.