Il tema Pensioni in Italia resta sempre un argomento molto acceso, questo grazie alle moltissime modifiche legislative attuate dai governi negli ultimi anni. Attualmente per andare in pensione la soglia di età è salita ancora, distruggendo i sogni di milioni di italiani che speravano in una pensione di vecchiaia vicina e soprattutto serena, possibilmente con un importo previdenziale adeguato. Stando all'ultimo studio, va detto, che nel nostro paese attualmente sono presenti due categorie ben distinte: da una parte ci sono tutti coloro che non sono riusciti ad accumulare i contributi necessari ex legge, dall'altra parte c'è chi è riuscito a percepire il pensionamento Inps con pochi contributi lavorativi.
Oltre 470mila italiani in pensione da oltre 37 anni e 700mila da almeno 35
Tuttavia c'è una piccola frazione del nostro paese, inferiore di poco all'1%, che percepisce la pensione da più di 37 anni. Siamo parlando 471.545 pensionati italiani che mensilmente percepiscono un assegno di vecchiaia, o di anzianità contributiva con una decorrenza anticipata rispetto al 1980.
La quota cresce fino ad oltre 700.000 se si calcolano tutte le persone che percepiscono una pensione di liquidata da almeno 35 anni.
Il dato che elimina i trattamenti di invalidità e le pensioni sociali, proviene dagli osservatori statistici dell'azienda Inps è e riguardano tutti coloro che nel corso degli anni sono riusciti a lasciare il lavoro con requisiti molto vantaggiosi rispetto a quelli attuali Riuscendo ad andare in pensione molto ma molto prima.
Soglia minima pensionamento
C'è l'ipotesi che la soglia possa ancora salire nel prossimo anno, arrivando così ai 67 anni. Un ulteriore studio è fornito dagli importi medi dei trattamenti previdenziali stessi: nell'ambito del settore privato, si vociferava all'incirca di 807 € mensili, ad appannaggio dei 1660 degli assegni destinati agli ex dipendenti del pubblico impiego.
Maggiori sono state le cifre riservare superstiti dell'assicurato, il quale importo medio antecedente al 1980 era di 1125 euro.
Tutto queste modifiche sono state il frutto della riforma fornero, che obbliga un adeguamento alla pensione a seconda delle aspettative di vita, stando agli ultimi dati Istat (che affermano un aumento dell'aspettativa di vita di oltre cinque mesi negli ultimi tre anni) e la volontà del governo di non mettere mani per bloccare questo automatismo. Cresciuta 15 tutte le categorie di lavori più usuranti che avranno ulteriore deroga.