Già a fine 2017 il Tar del Lazio aveva dichiarato illegittimo l’utilizzo della fatturazione a 28 giorni per quanto riguarda le compagnie telefoniche con cui tutti gli italiani hanno a che fare. Il Tar però aveva posticipato la decisione perché la vicenda è del tutto particolare e rischia di far nascere ricorsi dei ricorsi. La bolletta a 28 giorni tradotta in soldi per le famiglie significava dover pagare una mensilità in più per ogni anno solare in cui si era clienti di una compagnia. Capitava per le utenze domestiche e di rete fissa, per le linee adsl ma anche per i telefonini.

Adesso però la situazione è cambiata ed i consumatori si trovano a credito nei confronti di queste compagnie.

Cosa è successo

Con tre ordinanze cautelari il tribunale di Milano ha dato parere positivo ad un ricorso del Movimento dei Consumatori. Il ricorso verteva sulla inibizione da dare a Tim, Wind, Vodafone e Fastweb, cioè le più diffuse compagnie di servizi di telefonia e adsl oggi operanti in Italia, in relazione alla fatturazione a 28 giorni, per periodi inferiori al mese o multipli dello stesso. L’Agcom, l’Autorità Garante delle Comunicazioni poi ha imposto a ciascun operatore di rimborsare utenti per ogni mese e per ogni fattura emessa utilizzando quella che a tutti gli effetti è una pratica scorretta ed una furberia per spillare più soldi ai consumatori.

Come funzionerà l’azione risarcitoria

La data di partenza sarà il 23 giugno 2017, o meglio la data a partire dalla quale le compagnie sono chiamate a rimborsare i malcapitati. Secondo l’imposizione dell’Agcom, gli operatori fin dalla fattura di aprile dovranno scontare gli importi pagati in più dagli utenti. In definitiva non ci sarà nessun rimborso in danaro, ma solo uno sconto sulle fatture future.

Una mossa che aiuta i consumatori e ne tutela i diritti di fronte a questa scorrettezza messa in atto dalle compagnie ma allo stesso tempo da una grossa mano a queste ultime. Infatti la sostenibilità economica dei rimborsi fu messa in dubbio già dal Tar del Lazio perché condannare le compagnie ad effettuare i rimborsi in denaro su tutti le utenze avrebbe fatto collassare dal punto di vista finanziario queste società.

Data per certa la data del 23 giugno 2017 come quella a partire dalla quale scatterà il conteggio del surplus pagato (da quella data è fatto divieto di utilizzo della fatturazione a 28 giorni), i giorni da restituire ed i conseguenti sconti cambiano quindi da utente a utente ed arrivano a massimo 15 giorni in più pagati. Su questo però l’Agcom è ancora vaga perché in contrasto con quanto uscito sui maggiori quotidiani italiani pare che il Garante sta mettendo in conto il fatto che agli utenti potrebbero venire rimborsati periodi antecedenti il 23 giugno 2017. Il giudice stabilito inoltre che entro cinque giorni dalla data di della sentenza, le compagnie dovranno mettere on line sui loro siti ufficiali, un estratto del provvedimento. La sentenza e la soluzione del caso è opportuno ricordare, vale solo per le compagnie telefoniche e non per le bollette delle utenze domestiche in generale, quindi luce e gas.