La questione delle bollette telefoniche e dei rimborsi dovuti dalle compagnie telefoniche per il ritorno alla fatturazione mensile sembra essere in una situazione di stallo. Infatti, da una parte, le autorità di controllo come l'Antitrust e l'Agcom bloccano gli aumenti e infliggono delle pesanti multe agli operatori telefonici. Questi ultimi, comunque, non sembrano cedere di un millimetro. Anzi, pagano le multe e continuano a fatturare come se nulla fosse.

L'impressione delle associazioni consumatori

Secondo il punto di vista di diverse associazioni dei consumatori, come, ad esempio, il Movimento Consumatori, non è detto che i provvedimenti presi dall'Antitrust si ripercuoteranno favorevolmente sui consumatori trasformandosi in minori costi per questi ultimi.

Anzi alcuni affermano, senza mezzi termini, che, nonostante tutto, i prezzi non scenderanno. Anzi dato che è probabile attendersi altre sanzioni in futuro il conto per le compagnie telefoniche potrebbe sicuramente salire. Di conseguenza, queste ultime dovranno trovare altri modi per tamponare la situazione. Ad esempio, potrebbero benissimo calibrare le tariffe in maniera tale da non incorrere in sanzioni e recuperare, forse in maniera più lenta, i guadagni persi. Senza dimenticare che sono stati proposti dei ricorsi al Tar che risultano, di fatto, ancora pendenti.

I sospetti dell'Antitrust

Da parte sua l'Antitrust sarebbe certa dell'esistenza di una sorta di patto di non concorrenza o di non belligeranza tra i vari operatori telefonici.

Questi, secondo l'autorità di vigilanza del mercato, confidando anche nei tempi lunghi della giustizia italiana, si sarebbero accordati per proporre degli aumenti contestuali e proporzionalmente uguali. Per questo l'Antitrust si sarebbe mossa con estrema celerità. Anche perché, secondo l'Antitrust, l'accordo di cartello coinvolgerebbe i massimi organi di vertice delle compagnie telefoniche.

Secondo il documento messo a disposizione dall'Antitrust, infatti, le compagnie telefoniche avrebbero intensificato i contatti tra di loro per mettere a punto una strategia comune di contrasto. Questo anche sfruttando la copertura della associazione di categoria Asstel per poter mantenere contatti quotidiani e non rilasciare dichiarazioni contraddittorie, continua il documento dell'Antitrust.

L'Antitrust non fa mai, direttamente, i nomi degli amministratori delegati di Tim, Fastweb e Vodafone, ma nel suo documento l'autorità lancia l'allarme per un possibile danno per la concorrenza e il mercato. Da questo poi sono scattate le sanzioni e il provvedimento degli sconti che le compagnie dovrebbero attuare automaticamente in attesa della sentenza del Tar del 31 ottobre 2018, ma anche se questa è la speranza dell'Antitrust la partita, come si vede, è ancora tutta da giocare.