Si chiama assegno di natalità ma la stragrande maggioranza delle persone lo conosce come Bonus Bebè. Si tratta di una misura nata nel 2014 che ha il duplice scopo di dare aiuto alle famiglie che decidono di allargarsi e di incentivare le stesse ad avere bambini o ad adottarne uno. La Legge di Bilancio 2017 tra i suoi tanti punti ne presentava uno relativo a questa misura che cambia radicalmente rispetto a come la si conosceva fino all’anno passato. L’Inps il 19 marzo con la circolare n° 50 ha recepito i diktat provenienti dalla manovra finanziaria e spiegato tutto quanto c’è di nuovo su questo importante strumento di sostegno alle famiglie.

I nati nel 2018

Le novità sostanziali riguardano le famiglie che daranno alla luce o adotteranno nuovi figli nel 2018. Il Bonus Bebè rispetto alla formula iniziale si riduce drasticamente come durata scendendo da tre ad un anno. In pratica per ogni lieto evento nel 2018 le famiglie potranno beneficiare dell’assegno solo fino al compimento dell’anno del bambino o di un anno di adozione. Un bambino nato a marzo consentirà entro determinati requisiti reddituali alla famiglia di ricevere l’incentivo fino a marzo del 2019. Il parametro di riferimento è come sempre l’Isee e nella fattispecie dell’esempio, le famiglie grazie alla Dsu presentata per la domanda di accesso al Bonus, lo percepiranno fino al 31 dicembre 2018.

Per percepire i restanti mesi del 2019 bisognerà riprodurre l’Isee affinché l’Inps confermi i requisiti utili alla sua fruizione. Infatti gli Isee scadono ogni 15 gennaio e pertanto bisogna rinnovare il documento per continuare a ricevere l’incentivo.

Parametri reddituali

Dal punto di vista dei redditi cambia poco perché gli stessi parametri di Isee validi per il 2017 sono confermati per l’anno nuovo.

Per famiglie con Isee fino a 7.000 euro l’incentivo è pari a 160 euro al mese, cioè 1920 euro all’anno. Per situazioni meno disagiate, nella fattispecie con indicatori Isee tra i 7.000 ed i 25.000, l’importo del bonus mensile è ridotto della metà, cioè 80 euro al mese. La domanda va presentata all’Inps entro 90 giorni dal lieto evento perché se consegnata in ritardo, la domanda non viene respinta, ma fa perdere i primi mesi del benefit.

Per parti gemellari il Bonus Bebè è multiplo, cioè prevede la stessa cifra che spetta alla famiglia per ogni figlio avuto. Alla domanda occorre allegare oltre che l’Isee nel quale deve comparire anche il nuovo nato, anche il modello Sr163 con le coordinate bancarie per l’accredito tramite Iban.

I bonus già in pagamento

Le novità riguardano solo le nuove nascite perché quanto stabilisce la manovra non ha effetto retroattivo. In pratica le famiglie che hanno già percepito il bonus negli anni passati, se ancora in perimetro di applicazione, possono continuare a ricevere l’incentivo fino ai 3 anni di vita del pargolo. Anche in questo caso però c’è da fare i conti con il rinnovo dell’Isee scaduto lo scorso 15 gennaio.

Per quanti non hanno ancora provveduto all’aggiornamento dell’Isee il Bonus Bebè viene sospeso fino alla verifica della conferma dei requisiti di accesso. Una volta rinnovato l’Isee, se la famiglia risulta ancora avente diritto all’incentivo, lo stesso riprenderà ad essere erogato anche per i mesi in cui è stato sospeso.