Tutte le famiglie italiane mensilmente o bimestralmente hanno a che fare con il pagamento delle bollette per le utenze domestiche. Energia elettrica, acqua e gas sono voci di spesa che interessano milioni di famiglie. In queste ultime settimane queste famigerate bollette sono al centro di polemiche e dibattiti per notizie più o meno vere riguardanti aumenti di spesa a cui sarebbero chiamate le famiglie per consentire alle società fornitrici dei servizi di recuperare i soldi che perdono dai clienti morosi o non pagatori. Il fatto che venga chiesto ai cittadini di pagare le colpe dei clienti morosi dell’Enel per esempio, che sia o meno una fake news è argomento di trattazione quotidiana.

Oggi però entra un vigore una importante novità per i cittadini e stavolta di bufala non c’è niente perché si tratta di una novità che esce fuori dalla Legge di Bilancio del Governo. La prescrizione per i crediti che le aziende fornitrici vantano nei confronti delle famiglie scende di 3 anni. Ecco di cosa si tratta e cosa accadrà per i consumatori.

Si inizia con le bollette dell’energia elettrica

Molte famiglie negli ultimi anni hanno ricevuto fatture e bollette da parte delle società di fornitura dell’energia elettrica per uso domestico e non con cifre molto pesanti. I maxi conguagli, così vengono definite queste bollette con le quali Enel o altri fornitori del mercato libero chiedono ai cittadini di versare somme rilevanti a copertura di lunghi periodi di tempo nei quali per un motivo o per l’altro, i consumi fatti pagare al cittadino erano inferiori a quelli reali.

Da oggi primo marzo questa situazione non si verificherà più perché entra in vigore la prescrizione biennale e non più di 5 anni per i conguagli. In pratica le aziende non potranno portare a conguaglio e quindi a richiedere soldi di arretrati alle famiglie, per periodi maggiori di due anni.

Cosa succede adesso?

Un problema comune a molti, come riporta l’edizione odierna del quotidiano “La Repubblica”, perché dovuti a mancate letture da parte dei distributori o a rettifiche effettuate in grave ritardo.

La novità riguarderà tutte le bollette emesse dopo il 1° marzo e va ricordato che nel caso nella bolletta ci fossero conguagli superiori ai due anni, il cliente potrà pagare solo gli ultimi 24 mesi ricorrendo all’autorità per l’energia elettrica. Il nuovo obbligo per il fornitore del servizio sarà quello di informare il cliente sul diritto a ricorrere e questo scatterà in capo alle aziende almeno 10 giorni prima rispetto alla scadenza della bolletta. La decorrenza della prescrizione, cioè dei 24 mesi scatta a partire dal 45imo giorno successivo a quello dell’ultimo giorno di consumo fatturato. In pratica sarà fatto obbligo al fornitore di indicare in bolletta quali sono i periodi di conguaglio che cadono in prescrizione nonostante siano stati inseriti nella bolletta. La novità non riguarderà solo l’energia elettrica perché la Legge di Bilancio ha aperto anche a fare lo stesso per il gas e l’acqua delle abitazioni. Per il gas ad uso domestico la novità entrerà in azione dal 1° gennaio 2019. Fissata per il 1° gennaio 2020 l’estensione della prescrizione biennale anche per le bollette relative all’acqua.