Cataratta, ipertensione, Alzheimer, osteoporosi, Parkinson, artrosi, giusto per citare alcune delle patologie che fanno da corollario all’ultima fase della nostra vita, la terza età. Quando due o più di queste patologie coesistono, si parla di multimorbilità. Il modo migliore per affrontare questa fase della vita, è la prevenzione: sappiamo che vivere in modo equilibrato seguendo un corretto stile di vita e una sana alimentazione aiuta il nostro Benessere. Ma a volte questo non è possibile oppure non è sufficiente. Allora si cerca qualcosa che può aiutarci.

Sono oltre 200 le molecole che in questa fase vengono studiate al fine di dare una soluzione a questo problema.

Una popolazione che invecchia

Grazie alle nuove conoscenze in campo medico, alla corretta alimentazione, agli stili di vita più sani, alla diffusione di una regolare attività fisica, la popolazione mondiale sta invecchiando in misura crescente: entro il 2050, il 22% dei cittadini di questo pianeta avra più di 60 anni. Un fatto davvero inedito che, da subito, merita grande attenzione e importanti investimenti in ricerca. Per non arrivare impreparati a questo nuovo equilibrio sociale, con tutto quello che comporterà soprattutto alla voce “assistenza sanitaria”. L’obiettivo è offrire resilienza alla terza età.

In campo metallurgico, per resilienza si intende la proprietà dei metalli di resistere alle sollecitazioni, senza rompersi. In campo medico questo termine viene usato per indicare la capacità di una persona di affrontare e superare in modo dinamico e positivo le avversità e gli stress della vita. Soprattutto quando gli anni avanzano e gli acciacchi non mancano.

Ilaria Bellantuono, professoressa alla MRC–Arthritis Research UK Centre for Integrated research into Musculoskeletal Ageing, dell’università di Sheffield, in Gran Bretagna, insieme ad altri colleghi, ha recentemente pubblicato un lavoro su Nature, dal titolo “Find drugs that delay many diseases of old age”.

Sono infatti oltre 200 i composti, definiti “geroprotettori”, che vengono attualmente valutati per la loro capacità di ritardare molte delle malattie che caratterizzano la terza età.

Finora gli studi sono stati compiuti in laboratorio, su modelli animali. Farmaci come la rapamicina (immunosoppressore usato per limitare il rigetto dopo un trapianto), la metformina (antibiabetico tipo 2), lo zoledronato (anti-osteoporotico) e i farmaci senolitici sono riusciti ad allungare la vita dei topi fino al 40%.

In particolare, i farmaci senolitici sono probabilmente l’ultima classe di farmaci ad aver catturato l’interesse dei ricercatori in quanto sono in grado di distruggere tutte quelle cellule senescenti che normalmente aumentano con l’avanzare dell’età, e che sono associate a malattie croniche come cataratta, diabete, malattie cardiovascolari, demenza, artrite, osteoporosi, perdita di massa muscolare, ecc.

Una nuova classe di farmaci, studiata contro i tumori ma che rientra nella categoria dei farmaci senoltici, sono gli inibitori di Hsp90. Una importante ricerca internazionale, dove ha partecipato anche Mauro Giacca dell’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology di Trieste, è stata pubblicata pochi mesi fa sulla rivista Nature Communications, prima firma Heike Fuhrmann-Stroissnigg.

L’obiettivo è ancora lontano

Intervenire su diverse patologie contemporaneamente è un approccio che inizia negli anni ’90 quando, per la prima volta, si parla di “Multimorbidità”. Una condizione che diventa più frequente nelle persone più anziane. In passato la priorità era far fronte alle malattie acute.

Con l’invecchiamento della popolazione, la medicina deve ora adeguarsi in quanto c’è una richiesta crescente di farmaci contro le malattie ad andamento cronico.

Adesso si inizia a parlare di farmaci geroprotettori. Teoricamente sono farmaci che dovrebbero contrastare o, almeno, rallentare l’insorgenza di una serie di patologie offrendo alle persone anziane una più efficacia condizione di resilienza. Ma prima che questi farmaci vengano approvati bisognerà definire alcuni parametri.

Innanzitutto quando siamo in presenza di multimorbilità? Due, tre, quattro malattie, e quali devo essere? Altra definizione ancora dibattuta, quando una condizione è definita fragile? Perché si ha poca forza fisica, o ci si sente deboli, o ci si muove lentamente, o si ha una perdita di peso, di udito, di lucidità?

Il terzo punto riguarda il come valutare il successo clinico di una farmaco geroprotettore. Quali parametri deve migliorare un farmaco affinché possa essere definito tale? Condizione per un arrivare ad un parere favorevole dalle autorità per essere commercializzato con questa indicazione.