Fino a qualche mese fa, si è sentito sentito parlare delle salate multe inflisse alle principali compagnie telefoniche per via della fatturazione a 28 giorni. In poche parole wind, tim, Vodafone e Fastweb facevano pagare ai loro clienti gli abbonamenti telefonici allo scadere dei 28 giorni. Le compagnie telefoniche con questo comportamento andavano però contro legge, dato che i servizi offerti da questi ultimi devono avere una durata di 30 giorni e non di 28. In tal modo Tim, Wind, Vodafone e Fastweb ricavavano più di quanto in realtà era dovuto da ogni cliente.
I consumatori, infatti, andavano a pagare con la fatturazione a 28 giorni la somma dell'offerta pari ad un mese in più (13 mesi anziché 12).
Il nuovo inganno
Dopo tutte le varie segnalazioni, l’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ), aveva affibbiato alle compagnie che avevano tenuto un comportamento scorretto una multa di 1,16 milioni di euro. Oltre la multa però, Tim, Wind, Vodafone e Fastweb sarebbero dovute ritornare entro un paio di mesi ad applicare la normale fatturazione mensile. Per sopperire alle perdite che il ritorno alla fatturazione a 30 giorni avrebbe apportato, le varie compagnie hanno deciso di aumentare i costi di tutte le offerte lasciando al cliente la possibilità di recedere entro un tot di mesi.
L'Antitrust aveva comunque diffidato le varie compagnie dal mettere in atto questi rincari.
Questi rincari hanno causato grandi polemiche tra i consumatori, ma non è finita qui perchè nelle ultime settimane alcuni clienti di Tim e Wind hanno ricevuto un messaggio alquanto ambiguo. Altroconsumo (Organizzazione di consumatori) ha reso noto il fatto che Tim abbia inviato ai suoi clienti un messaggio con cui dichiara che il costo delle proprie offerte si è ridotto dello 0,4%.
Il testo non specifica però che questa diminuzione stia avvenendo a fronte di un aumento delle proprie tariffe del 8,6%.
Il messaggio di Wind
Wind, invece, ha comunicato ai suoi utenti che le proprie offerte subiranno un rincaro del 8,3%, ma che in compenso verranno aumentati del 10% minuti, messaggi e giga. La compagnia non dà però alcuna possibilità di recesso al contrario di quanto scritto da Tim.
Le compagnie hanno, dunque, trovato un nuovo modo per guadagnare comunque la somma ottenuta con la fatturazione a 28 giorni. Altroconsumo ha commentato la vicenda lamentando il fatto che Tim abbia fatto passare il rincaro delle offerte per uno sconto in realtà inesistente, violando così il diritto del consumatore di conoscere il prezzo finale.