La benzina a più di due euro? Quello che sembrava un incubo, sull’Autostrada del Brennero adesso è realtà. Avranno provato a credere che si trattasse di uno scherzo, ma gli automobilisti non hanno potuto far altro che piegarsi alla necessità di fare rifornimento al prezzo di 2,08 euro per la ‘’verde’ e 1,96 per il diesel. E’ abbastanza noto che, tra i compiti che si è preso il Governo Conte, c’è quello di far scendere il costo del carburante attraverso l’eliminazione delle accise più vecchie, ma per il momento si convive con una realtà che tocca in maniera sensibile il portafoglio dei cittadini italiani.
Un dato che, evidentemente, non fa fare i salti di gioia ai benzinai dell’Alto Adige dato che, molti autotrasportatori preferiscono fare rifornimento in Austria, dove per fare un pieno a un mezzo pesante si risparmiano fino a 600 euro su serbatoi da 1.600 litri.
Aumento benzina: la storia da tre anni a questa parte
Il consumatore aspetta buone nuove dal nuovo Esecutivo, consapevole del fatto che un intervento dall'alto sarebbe in grado di fornire una grossa mano a quanti alla voce "uscite" sentono un nuovo peso elevato determinato dall'aumento del costo della benzina. Per chi non lo sapesse, attualmente, il prezzo della 'verde' è determinato al 64% da una componente fiscale e al 36% dal reale costo industriale del carburante.
Non è molto diversa la situazione per il diesel: dove le accise rappresentano il 60% del prezzo e il 40% individua il costo "commerciale". Si tratta comunque di valutazioni che vengono spostate anche ad altri fattori quali, ad esempio, le quotazioni internazionali del periodo e l'andamento del valore del cambio tra euro e dollaro.
Diverse valutazioni operate dagli esperti anticipano che nuovi aumenti potrebbero arrivare.
Prezzi benzina dipendono dalla situazione internazionale
Ciò non sarebbe che la naturale conseguenza di una situazione geopolitica internazionale che non è delle più tranquille. In particolar modo sotto la lente d'ingrandimento finiscono le tensioni relative al Medio Oriente che, come naturale conseguenza, ha in genere l'aumento del greggio e di conseguenza del carburante.
Secondo il Codacons, in particolare, questo trend potrebbe costare fino a 400 euro in più alle famiglie italiane. L'aumento del costo del carburante determina, per forza di cose, un effetto domino che porta rincari in ogni settore determinato dal generico aumento del costo dei trasporti. Il Codacons, da sempre impegnato nella tutela dei consumatori, ha chiesto la riduzione delle accise. Si tratterebbe di un intervento che darebbe seguito alle promesse fatte in campagna elettorale da Matteo Salvini che, tra i suoi temi più caldi, ha sempre portato avanti la tesi che non sia possibile chiedere agli italiani di pagare per eventi risalenti a diversi decenni fa, come la guerra in Etiopia. L'idea risulta, peraltro pienamente condivisa, dal Movimento Cinque Stelle. Non a caso è inserita nel "contratto" di Governo. La promessa, per l'appunto, non è sfuggita al Codacons che adesso chiede che venga rispettata.