Gli aumenti dei carburanti registrati nel mese di maggio sono i più alti da un anno a questa parte. E’ quanto emerge dalle rilevazioni mensili dell’ISTAT che confermano quanto già denunciato nei giorni scorsi dall’associazione dei consumatori Codacons. Una situazione che sembra comunque lasciar intravedere spiragli positivi per gli automobilisti in quanto, dopo i rialzi delle ultime settimane, per il quinto giorno consecutivo non si registrano ritocchi al prezzo dei carburanti.

Carburanti, a maggio aumenti record per benzina e diesel

Secondo i dati diffusi dall’Istat, riferiti all’andamento dei prezzi nello scorso mese di maggio, la benzina è aumentata rispetto al mese di aprile del 2,4 per cento che diventa un 5,2 per cento su base tendenziale annua.

Ancora peggio è andata per il gasolio da autotrazione, i cui prezzi sono cresciuti del 2,8 per cento su base mensile e addirittura del 7,2 per cento su base annua.

Le compagnie petrolifere hanno giustificato gli aumenti con il rialzo delle quotazioni del petrolio, a seguito delle nuove tensioni politiche tra Iran e Stati Uniti, toccando la quotazione record di 70 dollari al barile. Una spiegazione che non ha convinto del tutto i consumatori che, per voce del Codacons, hanno addirittura richiesto l’intervento dei Nas affinché indaghino su eventuali speculazioni da parte delle compagnie.

Secondo l’associazione di consumatori, infatti, pur volendo prendere in considerazione gli aumenti del petrolio registrati nelle ultime settimane, è evidente che la benzina distribuita attualmente dalle pompe è stata prodotta con petrolio acquistato mesi fa a prezzi più bassi degli attuali.

Gli effetti degli aumenti di benzina e diesel sull’inflazione e la richiesta di Confesercenti

Gli aumenti dei prezzi dei carburanti si traducono non solo in un ulteriore salasso per gli automobilisti al momento di fare il pieno, ma hanno effetto anche sui prezzi delle merci che acquistiamo quotidianamente. A ricordarlo è la Confesercenti che ha commentato i dati diffusi dall’Istat evidenziando che il raddoppio dell’inflazione, fatto registrare a maggio rispetto al mese di aprile, è dovuto proprio all’aumento del prezzo del gasolio da autotrazione.

Inflazione dovuta, quindi, alla crescente incidenza dei costi di trasporto sui prezzi e non ad una crescita dei consumi che sarebbe stata spia di una economia in ripresa.

La richiesta che Confesercenti rivolge al nuovo Governo appena insediato è quella di intervenire tagliando che accise che fanno della benzina italiana la più cara d’Europa, partendo magari da quelle più vecchie, precedenti all’entrata in vigore dell’euro che, da sole, porterebbero ad una riduzione del prezzo pari a 28 centesimi al litro.