L' Antitrust ha multato tim, Vodafone, Wind e Tre per aver attuato delle condotte aggressive nell'invio dei solleciti di pagamento ai propri clienti morosi. L'Autorità di vigilanza sulla Concorrenza ha inflitto ai tre big delle telecomunicazioni una maxi multa per complessivi 3,2 milioni di euro. La decisione, come riportano diverse agenzie di stampa e quotidiani nazionali tra cui l'AGI e "Il Sole 24 Ore", è stata presa lo scorso 1 agosto 2018 dal Garante della Concorrenza e del Mercato.

Le motivazioni generali dell'Antitrust

Secondo quanto riportato nel comunicato emesso dall'Autorità guidata da Giovanni Pitruzzella le società telefoniche avrebbero attuato delle condotte eccessive ed aggressive in aperta violazione degli articoli 24 e 25 del Codice del Consumo.

Come specifica l'articolo 24, per "condotta aggressiva" si intende qualunque pratica commerciale che - in base al caso concreto - mediante coercizione, molestie o anche attraverso la vera e propria forza fisica attua nei confronti del consumatore un indebito condizionamento limitandone, di fatto, la libertà di scelta o di comportamento e portandolo a prendere una decisione, di solito di natura commerciale, che in altro contesto non avrebbe preso. L'articolo 25 del Codice del Consumo specifica nel dettaglio quali sono gli elementi caratterizzanti le molestie, la coercizione o l'indebito condizionamento all'interno della condotta commerciale aggressiva.

Le violazioni delle compagnie

Per quanto riguarda il caso concreto degli operatori telefonici interessati dalla sanzione, questi avrebbero inviato ai propri clienti, presunti morosi, dei solleciti di pagamento in cui si dichiarava che il mancato pagamento nei termini indicati avrebbe provocato l'iscrizione del nominativo del cliente nella banca dati denominata "S.I.Mo.I.Tel." che risulta non ancora operativa e dalle finalità indeterminate.

Questo ha indotto l'Antitrust ad effettuare delle verifiche su tale banca dati. Ed è stato accertato che nei server di questa banca dati sarebbero dovuti essere inseriti esclusivamente i clienti morosi intenzionalmente. Questi dovevano essere identificati attraverso precisi requisiti. E' stato accertato poi che i tre operatori sanzionati avrebbero inviato i solleciti di pagamento anche a soggetti che non potevano definirsi morosi intenzionali o, addirittura, che avrebbero potuto elevare delle contestazioni fondate.

La possibilità di essere inseriti nella banca dati sopra menzionata avrebbe generato nei clienti dei tre operatori, a parere dell'Antitrust, un indebito condizionamento che, a prescindere dalla fondatezza della propria posizione debitoria, li induceva a ritenere che fosse preferibile procedere al pagamento piuttosto che contestare la pretesa attraverso i canali istituzionali. Questo perché i clienti venivano indotti a pensare che a causa dell'inserimento nella banca dati non avrebbero più potuto sottoscrivere alcun contratto telefonico. Per tali motivi l'Antitrust ha elevato la maxi multa ai quattro operatori telefonici.