Addio legge Fornero con pensione a quota 100 e giù le tasse in tempi brevi, l'agenda del governo accoglie le proposte di Salvini in vista delle trattative con M5S e il ministro Tria per la prossima legge di stabilità. Le istanze della Lega in materia economica sembrano aver fatto breccia nella maggioranza “gialloverde”, conciliandosi non senza qualche difficoltà con le politiche di sostegno al reddito tanto care a Di Maio e al Movimento. A tessere la trama della difficile mediazione tra diverse anime dell'esecutivo, ci penseranno il presidente del Consiglio Conte e i due vicepremier, a loro volta pressati e incalzati dai rispettivi “fronti” nel periodo più caldo dell'anno e cioè nell'autunno delle manovre finanziarie alle porte.
Legge Fornero e Irpef, Salvini convince Tria?
Nessuno, al momento, sembra voler rinunciare ai propri cavalli di battaglia anche se l'arduo compito di tenere in equilibrio i conti a fronte di misure costose e impegnative come reddito di cittadinanza e flat tax spetterà in ultima analisi al titolare del MEF, prudente dal primo momento sull'eventualità di allargare troppo i cordoni della spesa. Uno dei temi sul tavolo riguarda il superamento della Fornero, parte integrante del contratto di governo sottoscritto da Lega e M5S alla vigilia dell'insediamento di Giuseppe Conte e ministri. Sul punto della “quota 100” (anni e contributi necessari a lasciare il lavoro) non ci sono grandi divergenze, ma Salvini vuole portare a casa il massimo risultato possibile abbassando l'età richiesta per l'abbandono del servizio a 62 anziché 64 come ipotizzato dai tecnici di via XX Settembre.
Stop alla Fornero e taglio Irpef nell'agenda di Salvini
Fuori discussione resta comunque l'obiettivo di allargare la “platea dei vantaggi” a livello di aliquote e di semplificazione del regime fiscale, con un taglio sensibile dell'Irpef sui redditi familiari a partire dai primissimi mesi del 2019. Saranno queste le basi fondanti della futura legge di Stabilità, attesa con trepidazione anche dai mercati e dall'Europa che chiede ai rappresentanti dell'esecutivo rassicurazioni sul possibile sforamento del rapporto deficit/pil fino al tetto massimo del 3% come auspicato espressamente da settori della maggioranza. Quale linea (rigorista o "pro-sforamento" dei conti) prevarrà alla distanza al termine del braccio di ferro sulla prossima finanziaria?