Contrariamente a quanto filtrato sui maggiori canali mediatici, la commissione europea riunitasi ieri, 21 novembre, ha espresso un giudizio sul contenuto della manovra economica di tutti i 19 Paesi membri dell’Eurozona. I bocciati, con motivazioni diverse, sono sei. Tra questi, oltre all’Italia, figurano la Francia e la Spagna, bacchettati da Jean Claude Juncker e dal resto della Commissione per non aver tenuto i conti in ordine. Insomma, delle vere e proprie pagelle che inseriscono tra i ‘cattivi’ non solo il governo sovranista italiano di Salvini e Di Maio.

La Commissione europea mette i voti ai conti dei membri dell’Eurozona: promossi e rimandati

Dunque, secondo quanto riportato, tra gli altri, dal Sole 24 Ore, con un articolo firmato da Michele Pignatelli, la Commissione europea di Jean Claude Juncker, Valdis Dombrovoskis e Pierre Moscovici ‘Babbo Natale’ (Salvini dixit), ha messo i voti in pagella a tutte le manovre economiche dei Paesi membri dell’Eurozona. Tra i promossi, tanto per partire con le note liete, figurano 10 Stati. C’è naturalmente la Germania, in buona compagnia di Olanda, Austria, Lussemburgo, Finlandia, Irlanda, Lituania, malta, Cipro e, addirittura, della Grecia. Secondo la Commissione i loro piani di bilancio sarebbero conformi ai dettami contenuti nel Patto di Stabilità.

Tra i rimandati ci sono invece tre Paesi: Slovacchia, Estonia e Lettonia. Di loro Moscovici e soci pensano che abbiano presentato dei budget di spesa conformi al Patto, ma che non offrano garanzie al 100% sugli obiettivi di medio termine. Niente di grave comunque.

I bocciati: Italia in compagnia di Francia e Spagna

Le note dolenti arrivano con i sei Paesi bocciati dai burocrati di Bruxelles.

Della manovra economica dell'Italia si è parlato fin troppo. Il governo Conte viene additato dalla maggior parte dei mass media come la causa di tutti i mali economici degli italiani e la Commissione europea viene descritta come un monolite pronto a schiacciare i ribelli di M5S e Lega. In realtà le cose non stanno proprio così.

Dalle pagelle sulle manovre economiche emerge che non solo l’Italia sia stata bocciata. Un voto negativo è arrivato anche per Francia, Spagna, Portogallo, Belgio e Slovenia, perché le rispettive leggi di bilancio per il 2019 presentano un rischio di non conformità con i limiti di spesa prescritti dalle regole dell’austerità brussellese. Per quanto riguarda Francia e Spagna, entrambe sono accusate di non aver fatto quanto promesso per la riduzione del debito (quasi al 100% del Pil in entrambi i Paesi). I governi di Emmanuel Macron e Pedro Sanchez devono anche fare i conti con un rapporto deficit- Pil sì inferiore al 3% stabilito a Maastricht, ma pericolosamente vicino al limite.