L'asse Roma-Bruxelles, nonostante le dichiarazioni di facciata, è destinato a restare incandescente per diverse settimane ancora. Da un lato ci sono le ragioni dei commissari europei determinati a far rispettare i parametri che ciascun paese membro non deve violare, dall'altra quelle di un governo italiano desideroso di mantenere le promesse elettorali finalizzate a far ripartire un'economia stagnante. Inevitabile che, attorno alla questione, si rincorrano pareri che assumono particolari posizioni. Tra queste c'è quella dell'ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis.

Non simpatizza per una Lega lontanissima dai suoi ideali profondamente di sinistra e neanche per il Movimento Cinque Stelle che, dopo aver fatto la "stampella" (parole sue) del Carroccio, non può definirsi un modello per il suo concetto di sinistra europea.

Varoufakis parla anche di Quota 100 e Reddito di Cittadinanza

Varoufakis benedice l'ipotesi di cambiare le regole dettate dalla Fornero, ma allo stesso tempo ritiene che ridurre i requisiti per la pensione dovrebbe essere un qualcosa limitato alle fasce di reddito più basse ed ai lavoratori manuali. Riguardo al reddito di cittadinanza, invece, non vede nulla di rivoluzionario, sottolineando come si tratta di una misura destinata a dare momentaneo sollievo alle classi più deboli ma che, eventualmente non è destinato ad offrire alcuna soluzione al problema strutturale di ristagno di posti di lavoro e redditi a causa di investimenti non sufficienti.

Varoufakis evidenzia analogie e differenze con il caso greco

Varoufakis, ai tempi del crack della Grecia, se ne andò sbattendo la porta quando Alexis Tsipras ebbe, a suo dire il torto, di regalare "un giorno triste, quando provò a convincere Berlino e Bruxelles di essere un loro uomo". Al momento esiste il rischio che l'Italia possa subire delle sanzioni da parte della Commissione Europea e Varoufakis, facendo un parallelo con il caso del fallimento greco, evidenzia come i fatti possano essere radicalmente diversi.

Secondo l'economista, infatti, l'Unione Europea starebbe creando ad hoc una crisi finanziaria per costringere "un governo ad arrendersi". Tuttavia, rispetto alla Grecia, le differenze sarebbero sostanziali. "La minaccia di gettare l’Italia fuori dalla zona euro - ha detto a Il Sole 24 ore - è molto meno credibile di quanto non fosse nel caso della Grecia".

Secondo Varoufakis, inoltre, l'Italia è un paese troppo grande per fallire e subire ricatti. Un'eventuale implosione finanziaria non sarebbe gestibile né dall'Unione Europea, né dalla Banca Centrale Europea con gli strumenti in loro possesso.