Secondo il ministero del tesoro l'accordo sui termini della manovra economica, rivisti per evitare la procedura d'infrazione, dovrebbe essere stato finalmente raggiunto. Il nodo principale della trattativa ha riguardato le prospettive di crescita del nostro paese e l'evoluzione del debito pubblico in rapporto al PIL. L'impegno di tutti i paesi aderenti all'unione Europea dovrebbe essere quello di ridurre il rapporto verso un livello del 60% (l'Italia al momento supera il 130%) e dunque le manovre economiche vengono giudicate valutando se il deficit strutturale (depurato dalle componenti straordinarie e dagli effetti del ciclo economico) previsto è compatibile con questo obbiettivo.

Non sono ancora noti i contenuti di dettaglio, tuttavia al termine di una lunga trattativa che ha comportato una riduzione del deficit inizialmente previsto al 2,4%, abbassato in seguito al 2% e, con ogni probabilità ulteriormente ridotto, Bruxelles dovrebbe desistere dall'avvio di una procedura d'infrazione. In attesa della conferma ufficiale da parte della commissione europea l'esecutivo preferisce mantenere la riservatezza sui contenuti di dettaglio dell'accordo.

La nota di colore del 2,04%

Una nota di colore, nel difficile processo negoziale tra il governo e la Commissione è costituito dal passaggio da un deficit del 2,4% a uno del 2,04%. E' di tutta evidenza che i 4 centesimi di punto percentuale indicati al di sopra del 2%, hanno una funzione puramente simbolica e comunicativa, collocandosi oltre il livello di approssimazione tipicamente utilizzato per gli obiettivi delle manovre.

Secondo alcuni commentatori, dietro questo particolare ci sarebbe la volontà di ridurre gli effetti negativi in termini di consenso derivanti dal ridimensionamento delle politiche espansive inizialmente ipotizzate.

In particolare, le risorse stanziate per il reddito di cittadinanza dovrebbero essere scese a 5 miliardi dai 9 inizialmente ipotizzati, e l'entrata in vigore della misura sarebbe stata posticipata al pari delle modifiche al sistema previdenziale riferibili alla cosiddetta "quota 100".Secondo quanto riportato dal Sole 24 ore un contributo rilevante al raggiungimento dell'accordo potrebbe arrivare anche dalla revisione al ribasso delle stime di crescita del paese che, incrementando l'output gap renderebbero il deficit strutturale più vicino alle richieste della commissione.

Una vittoria temporanea

Allo stato lo scenario più probabile è che la Commissione deliberi positivamente sull'accordo raggiunto reputando che le motivazioni per l'avvio immediato della procedura siano venute meno, tuttavia questo non vuol dire che la manovra venga approvata definitivamente, anche perchè i dettagli non sono ancora noti e la legge non è ancora stata approvata.

Se dunque il pericolo di una procedura d'infrazione è stato scongiurato per il momento, restano diversi nodi da sciogliere prima dell'approvazione definitiva della legge di bilancio, tra i principali ricordiamo l'ipotesi di incassare 18 miliardi da dismissioni di asset pubblici e l peggiorato contesto macroeconomico con una crescita inferiore alle aspettative.