Assumere 6 mila navigator, i "coach" che dovranno aiutare i percettori di reddito di cittadinanza a trovare un impiego è meno semplice del previsto. I Governatori hanno avanzato forti perplessità: "Non sappiamo da chi dipenderanno, dove dovrebbero operare e cosa dovrebbero fare" ha fatto presente Cristina Grieco, assessore al Lavoro della Toscana. E mentre le Regioni mettono in preventivo un possibile ricorso alla Corte costituzionale, temono di dover essere loro, alla fine, a dover pagare il conto.
Il braccio di ferro
L'attuazione del reddito di cittadinanza, fortemente voluto dal M5S, deve fare i conti con un braccio di ferro tra governo e regioni sui navigator.
Il vicepremier Luigi Di Maio ha fretta di chiudere e fa pressing per riuscire a selezionare tra il mese di marzo e di aprile i 6000 coach che dovranno affiancare, nella ricerca di un lavoro, i percettori del reddito di cittadinanza.
L'avviso di selezione pubblica, al momento, non è stato ancora pubblicato; per poter procedere è necessario ottenere "il disco verde" da tutti i Governatori. Senza il loro ok, infatti, potrebbe materializzarsi la pesante accusa di danno erariale per la società dell’Agenzia per le politiche attive del lavoro (Anpal)
Per le Regioni, che proprio oggi pomeriggio incontreranno il ministro del lavoro. non sono chiari i compiti dei navigator e, soprattutto, il modo il cui si andranno a relazionare con i diversi centri per l'impiego (che, ricordiamo, sono gestiti in maniera diretta dalle autonomie) considerando anche che i coach dovrebbero essere assunti da Anpal Servizi con un contratto di collaborazione.
#RedditodiCittadinanza, da oggi è online il portale.
— Ministero Lavoro (@MinLavoro) 4 febbraio 2019
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Tanti punti critici
Il tema è alquanto delicato, soprattutto perché le regioni hanno colto l'occasione per lamentare l’inerzia dell’esecutivo a sbloccare le necessarie assunzioni aggiuntive (secondo i dati riportati dal Sole 24 ore si parla di 1.600 persone in più e 4mila nuovi operatori) promesse negli ultimi anni, ma ancora ferme per la mancanza degli indispensabili provvedimenti attuativi.
Ma non solo. Il decreto sul reddito di cittadinanza prevede che vengano stanziati i fondi necessari per pagare i navigator per soli due anni. Il governo, a più riprese, ha promesso che al termine di questi 24 mesi gli operatori saranno assunti a tempo indeterminato, ma senza nuovi fondi, ovviamente, sarebbero proprio le Regioni a farsi carico degli stipendi dei coach.
I Governatori hanno anche notare che per una buona parte dei soggetti interessati dal sussidio (circa il 30/35%) potrebbe essere più opportuno, almeno in primo momento, un coinvolgimento dei servizi comunali e poi dei centri per l'impiego. Andrebbe avviato anche un adeguato dialogo con le imprese al fine di allacciare un proficuo rapporto di collaborazione tra i centri per l’impiego i datori di lavoro.
Inoltre, le autonomie territoriali, hanno fatto notare che le piattaforme informatiche che verranno utilizzate per la gestione del reddito di cittadinanza non sono ancora state testate. Luigi Di Maio è ottimista ed è convinto che durante l'incontro di oggi si troverà un’intesa ma il clima, al momento, non è dei migliori: considerati i tanti nodi da sciogliere, arrivare all'unanimità delle Regioni e chiudere l'accordo non sarà una passeggiata.