Da pochi giorni il governo ha riaperto alla possibilità di presentare domanda per le due misure di sanatoria previste dalla Pace Fiscale. Rottamazione cartelle e saldo e stralcio hanno adesso una nuova finestra di apertura per le istanze fino al 31 luglio 2019 dopo la prima scaduta il 30 aprile sempre 2019. Ma mentre si sta ancora ultimando ciò che era previsto nella manovra di quest'anno, l'esecutivo giallo-verde sta valutando una nuova Pace Fiscale per la manovra di fine 2019. A grande spinta leghista si pensa ad un nuovo provvedimento di sanatoria stavolta con un occhio di riguardo all'emersione del contante.
La partita interna al governo
Probabilmente è sul campo fiscale che si gioca una delle partite interne al governo. Infatti la nuova sanatoria è provvedimento a grande spinta leghista, con il Movimento 5 Stelle che ha fatto già capire di non aprire a condoni, soprattutto se riguardano grandi evasori per i quali i grillini chiedono anche la galera. Nel summit di ieri al Viminale tra il Ministro dell'Interno Matteo Salvini e i sindacati sembra che siano emersi tra i tanti temi anche quello fiscale, con la sanatoria di cui parla la Lega. Il meccanismo di questa nuova Pace Fiscale tocca tre aspetti fondamentali. L'emersione del contante, con i 150 miliardi di euro che sembra siano detenuti nelle cassette di sicurezza delle banche italiane, il saldo e stralcio allargato alle imprese in crisi e la dichiarazione integrativa speciale di cui si parlò tanto anche a dicembre scorso.
Come funziona l'emersione del contante
Partendo dal provvedimento che di fatto il Movimento 5 Stelle bloccò nella scorsa manovra di Bilancio, cioè la dichiarazione integrativa speciale, sembra che la Lega sia intenzionata a riproporla identica, con la possibilità offerta a chi nelle dichiarazioni reddituali ha commesso errori formali o ha "dimenticato" di inserire qualche reddito, di fare pace col fisco pagando un tot per anno fiscale, una cifra una tantum.
Per saldo e stralcio anche alle imprese si pensa di estendere più o meno l'identico meccanismo che agevola famiglie in comprovate situazioni di disagio, facendo pagare solo il 16, 25 e 35% dei debiti fiscali, anche alle imprese in crisi.
Il capitolo cassette di sicurezza invece è la grande novità su cui si lavora. Un provvedimento che non prevede scudi fiscali o emersione di capitale all'estero o ancora, emersione di danaro di provenienza illecita.
Si tratta di offrire a chi ha soldi nelle cassette di sicurezza, di farli emergere dichiarandone solo una parte (tra il 30 ed il 40% del totale detenuto). Sui soldi dichiarati il contribuente andrebbe a pagare l'Irpef in base allo scaglione a lui assegnato.