Per la serie BlastingTalks intervistiamo Gloria Lucchesi, presidente della cooperativa di comunità Filo & Fibra e Camilla Recchiuti, responsabile della comunicazione. La cooperativa di comunità femminile si pone l’obiettivo di contribuire alla valorizzazione del territorio e delle sue potenzialità attraverso l’impegno per la tutela dell’ambiente.

BlastingTalks è una serie di interviste esclusive con business e opinion leader nazionali e internazionali per capire come la pandemia di coronavirus abbia accelerato il processo di digitalizzazione e come le aziende stiano rispondendo a questi cambiamenti epocali.

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Partiamo dall’idea alla base di Filo&Fibra: può raccontarci com’è nato il progetto cooperativo?

La Coop femminile di comunità Filo&Fibra si costituisce il 10 novembre 2018 grazie al sostegno della Regione Toscana e alla collaborazione del Comune di S. Casciano dei Bagni. La cooperativa aggrega professionalità molto diverse ma complementari, unite per contrastare lo spopolamento dei piccoli borghi attraverso la produzione del lavoro ma anche per contribuire alla valorizzazione del territorio e delle sue potenzialità con una forte vocazione alla tutela dell’ambiente.

Quali prodotti e servizi offrite alle persone che entrano in contatto con la vostra realtà?

In effetti vari, ma tutti uniti da un filo conduttore e ispirati a semplici principi: nei materiali di tradizione, troviamo il motore dell’evoluzione e della crescita comunitaria. Nella capacità di trasformazione, cerchiamo conoscenza e bellezza per gli oggetti di uso quotidiano. Nel desiderio di tutela, promuoviamo il rispetto dell’ambiente, la rielaborazione e la riscoperta del saper fare e del senso di appartenenza.

Quindi la nostra offerta comprende i prodotti di economia circolare derivati dalla trasformazione di lana locale, manufatti tessili e oggettistica da recupero, home décor, oggetti di design acquistabili sul sito o nel nostro punto vendita; gli spazi attivi come il coworking, il laboratorio della creatività, il laboratori delle arti; sosteniamo iniziative di cultura partecipata; organizziamo corsi di formazione e laboratori di esperienze sul territorio con il fine ultimo di promuovere il senso di appartenenza e cultura partecipata.

Nel vostro scopo sociale giocano un ruolo fondamentale tematiche come la cura dell’ambiente e l’economia circolare: può spiegarci perché e con quali risvolti?

La cura dell’ambiente e l’economia circolare sono aspetti fondamentali della nostra cooperativa. L’economia circolare è ovviamente connessa al concetto di economia sostenibile e di sostenibilità ambientale e sociale. L’unico modo per garantire alle generazioni future le stesse risorse di quelle precedenti è attraverso un’economia del riuso e del riutilizzo: non una catena lineare – come quella del boom economico – non usa e getta, ma una produzione che sia creata per durare il più possibile. Non è un caso che il nostro principio ispiratore sia non sprecare, come monito da tenere sempre a mente per guidarci nello scegliere in modo responsabile nuovi stili di vita che alimentano la crescita economica.

Il nostro prodotto simbolo la cassetta di cottura rappresenta appieno la nostra filosofia e siamo orgogliose di essere stato per l’appunto insignite del premio “Campioni di sostenibilità 2021” al concorso “Smart Talks 2021”.

Come si inserisce, in tutto ciò, il vostro progetto sul racconto del territorio?

La nostra cooperativa ha a cuore la comunità che vive nel territorio. Durante la pandemia uno dei temi emerso nel dibattito sociale è stato quello connesso all’utilità sociale degli anziani (vedi il disastroso tweet di Toti "Covid, quasi tutti anziani non indispensabili"). Abbiamo risposto a questa provocazione partecipando a un bando della Regione Toscana per un progetto partecipativo e l’abbiamo vinto: un racconto inclusivo, un cortometraggio che comprendesse le vecchie e le nuove generazioni diffuse nei 5 piccoli centro che costituiscono il comune di S.Casciano dei Bagni.

Per realizzare il corto stiamo intervistando tantissime persone mettendole al centro del progetto affinché, indipendentemente dalla situazione attuale, si sentano protagonisti del loro territorio e di una storia comune. Nel racconto sono comprese diverse iniziative legate al territorio: da una mappa dei luoghi del cuore all’affissione di insegne permanenti, da una mostra fotografica alle visite guidate. Il racconto è rivolto sia alla comunità locale che ai numerosi turisti che possono realmente immergersi nel contesto.

Con l’avvento del coronavirus avete deciso di produrre mascherine: quali sono state le principali sfide che avete dovuto affrontare durante questo difficile periodo?

Nel marzo 2020 siamo entrate in forte difficoltà, come tutti.

Il senso di disorientamento è durato poco, noi crediamo che ci siano almeno quattro soluzioni in risposta ad un problema, abbiamo quindi deciso di riconvertire la nostra piccola manifattura alla produzione delle mascherine per la protezione della piccola comunità ma anche di altre realtà sociali in Italia, la vendita è stata marginale e la donazione prevalente. Abbiamo aperto un nuovo codice Ateco, isolato la produzione e rispettato tutte le norme previste. Da quel momento il gruppo operativo si è consolidato ed è diventato forte e compatto e abbiamo capito che nei momenti di crisi si progetta e si cresce.

Rispetto alla vostra esperienza e al vostro peculiare punto di osservazione, cosa possiamo imparare secondo voi dalla difficile situazione che stiamo vivendo?

La pandemia, il confinamento, la generale destabilizzazione ci hanno messo a dura prova. Le comunità resilienti, come quella in cui operiamo - quelle che indipendentemente dalla situazione attuale hanno assistito negli ultimi 50 anni allo spopolamento del territorio e al ridursi delle possibilità lavorative - hanno molto da insegnarci in termini di esperienza – gli anziani – e di slancio – le nuove generazioni. Molte di noi provengono da grandi città, io neanche conoscevo il mio vicino di casa! Spesso siamo smarriti: in questi borghi ci si può ritrovare, vivendo la comunità: ci si può aiutare, assistere, confortare e divertirsi! Ecco perché vogliamo preservarli, ma al contempo contaminarli un po’ con le nostre idee e la nostra energia.

Con quali emozioni e pensieri guardate al futuro? Pensate che saremo in grado di utilizzare quanto ci è accaduto a seguito della pandemia per ripensare il nostro stile di vita?

Siamo concentrate sul presente, ma abbiamo tanti progetti per il prossimo futuro. E speriamo di coinvolgere tutti coloro che condividono il nostro progetto. Quanto alla pandemia: chi è fuggito dalle città per rifugiarsi qui ha potuto apprezzare uno stile di vita più autentico, in stretta armonia con la natura. Abbiamo forse maggiore consapevolezza del fatto che tante cose che davamo per scontate in realtà non lo siano affatto: ma possiamo impegnarci attivamente per cercare di salvaguardarle e mantenerle vive. Abbiamo preso un impegno con questa comunità e il suo territorio, vogliamo diventare un punto di riferimento. È il nostro modo di dire grazie.