Per la serie BlastingTalks, intervistiamo Andrea Nardi Dei, co-fondatore e CEO di Vino.com. L’azienda gestisce una piattaforma di e-commerce caratterizzata da una visione globale del mercato del vino. Nel 2020 il fatturato ha toccato i 30 milioni di euro con 3 milioni di bottiglie consegnate in Italia, Europa e Cina.
Blasting Talks è una serie di interviste esclusive con business e opinion leader nazionali e internazionali per capire come la pandemia di coronavirus abbia accelerato il processo di digitalizzazione e come le aziende stiano rispondendo a questi cambiamenti epocali.
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Partiamo dalla vostra piattaforma di e-commerce: com’è nata questa idea imprenditoriale e quali passaggi sono stati necessari per consolidare la vostra attività?
Il progetto nato come Vino75.com e oggi Vino.com prende vita nel 2012 per volontà dei quattro soci fondatori Andrea Nardi Dei, Co-founder & CEO, Diego Di Sepio, Co-founder & CIO, Elisa Scapin, Co-founder & CFO e Francesco Limberti, Co-founder & CTO, con lo sviluppo della piattaforma tecnologica e con l’ingresso in Nana Bianca. Nel 2014 viene lanciata la piattaforma proprietaria multi-brand e multi-channel che rivoluziona i processi di distribuzione di vino e spirits che consente a Vino.com di poter contare oggi su un catalogo in espansione con oltre 1.000 cantine nazionali e internazionali e più di 4.000 etichette.
Dal punto di vista pratico, può raccontare qualche esempio relativo alla vostra strategia di sviluppo?
Recentemente abbiamo acquisito Vino.it per rafforzare il nostro obiettivo di rappresentare nel mondo le eccellenze italiane e internazionali. E a proposito di mercati internazionali, dal 2017 siamo attivi in Cina attraverso Tmall Choice e Tmall Global di Alibaba e nel corso del 2020 abbiamo iniziato un processo di espansione verso l’estero aprendo l’operatività diretta in Germania, Olanda e Belgio e presto aggiungeremo altri mercati.
In che modo è stato possibile trasferire sul web i vantaggi di un’enoteca tradizionale?
Abbiamo puntato da subito su profondità di catalogo, sicurezza, consegne in tempi rapidi, esperienza di navigazione, contenuti originali e guida all’acquisto grazie al sommelier personale virtuale: tutti elementi che rivestono un ruolo fondamentale per permettere di approcciare gli acquisti di vino online come se fosse un’enoteca fisica.
La vostra strategia di sviluppo è passata recentemente per l’acquisizione della start up vino.it: con quale obiettivo?
L’acquisizione da parte di Vino.it, come già accennavo in precedenza, si inserisce nel progetto di espansione nazionale e internazionale della nostra piattaforma di ecommerce di vini e distillati ed è un’azione mirata alla protezione del brand e all’acquisizione di ulteriore traffico di appassionati.
Quali sono state le principali sfide dettate dal processo di internazionalizzazione che avete portato avanti in questi anni?
Mantenere efficienza nella piattaforma tecnologica, che oggi fa la differenza sul mercato, e che ha richiesto un impegno di sviluppo importante: un investimento che abbiamo portato avanti con determinazione e concretezza per ottenere benefici a lungo termine in personalizzazione dell’esperienza di acquisto e scalabilità.
Quali sono i principali paesi oltre all’Italia in cui vendete i vostri vini?
In questo momento Germania, Belgio, Olanda. Stiamo lavorando per aprire Francia, Spagna, Danimarca, Irlanda, Finlandia e Svezia.
Non vendete solo vini ma anche cocktail. Credete sia un trend in espansione?
C’è stata una vera e propria esplosione dei cocktail e non escludo che possa continuare. Abbiamo una sezione totalmente dedicata con le ricette per preparare alcuni dei più famosi drink, cliccando sul bottone: “Aggiungi gli ingredienti” si possono ordinare subito gli spirit o i vini necessari per preparare il cocktail prescelto.
Passiamo all’impatto del coronavirus sul vostro business: com’è cambiato il vostro modo di lavorare e quali differenze si sono concretizzate per il vostro portale di e-commerce?
Come moltissime aziende, ci siamo riorganizzati per lavorare da remoto. Ma un team con una forte vocazione tecnologica come quello di Vino.com era già dotato di tutti gli strumenti necessari ed, anzi, è stata una occasione per migliorare ancor di più ciò che ci consente ogni mese di consegnare più di 300.000 bottiglie a casa dei consumatori.
Dal punto di vista del business la pandemia ha spinto gli utenti sempre più sul web e questo per noi si è tradotto in una impennata delle vendite. Nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020, Vino.com è passato da una media di 1.700 bottiglie al giorno del periodo “pre-Covid-19” a oltre 10.000 al giorno. A maggio abbiamo registrato una crescita di fatturato del 246% sullo stesso mese del 2019.
Aumentato anche il numero di nuovi utenti: oltre 600.000 in più, solo a marzo 2020 i nuovi iscritti registrati alla piattaforma Vino.com sono stati 40.000. È cambiata anche la frequenza di acquisto: passata dal 10 al 15% (calcolata sugli utenti con almeno 2 acquisti nel periodo) e il volume della spesa per carrello, cresciuta del 25% con un aumento del 15% del numero di bottiglie.
Concludiamo con uno sguardo al futuro: quale lezione imprenditoriale possiamo imparare dal cambio di paradigma provocato dalla pandemia nell’ultimo anno e quali spunti possiamo raccogliere per tornare a guardare con fiducia al domani?
Abbiamo assistito ad un vero e proprio passaggio culturale: la pandemia, per quanto disastrosa, dolorosa e inaspettata, ha introdotto nuove abitudini di consumo che sono destinate a consolidarsi.
Abbiamo imparato senz’altro quanto sia fondamentale la capacità di reagire velocemente e nello stesso tempo continuare a garantire la stessa qualità di servizio e la stessa affidabilità. Questa apertura verso l’ecommerce ha riguardato anche gli operatori del settore, non solo i consumatori. Quando siamo nati abbiamo sperimentato una generale diffidenza verso l’e-commerce da parte dell’imprenditoria del vino, ancora lontana dalla cultura digital. Negli anni abbiamo saputo dimostrare la nostra serietà sul mercato e oggi siamo partner delle cantine. Dei 100 produttori che rappresentavamo siamo passati agli oltre 1.000 attuali con un catalogo di oltre 4.000 etichette, in continua crescita. Quindi oggi l’ecommerce del vino non è più un canale marginale da osservare, bensì un’opportunità di grande sviluppo per il futuro. Un'opportunità dalla quale non si può prescindere.