Via libera definitivo al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina: con una campata centrale sospesa di 3.300 metri e torri alte 399 metri, sarà il più lungo al mondo a campata unica. L’opera, dal costo stimato di 13,5 miliardi di euro, collegherà Sicilia e Calabria con sei corsie stradali e due binari ferroviari, riducendo i tempi di attraversamento a meno di dieci minuti in auto e un quarto d’ora in treno. I cantieri, attesi tra settembre e ottobre 2025, puntano all’apertura tra il 2032 e il 2033.

Un ponte da record

Sarà il ponte a campata unica più lungo del mondo: 3.666 metri complessivi, con una campata centrale sospesa di 3.300 metri.

Le torri, alte 399 metri, supereranno quelle del Golden Gate.

L’opera prevede sei corsie stradali e due binari ferroviari, per una capacità stimata di 6.000 veicoli l’ora e 200 treni al giorno. Il progetto include inoltre 40 chilometri di raccordi viari e ferroviari, in gran parte in galleria, e la realizzazione di nuove stazioni a Messina.

I vantaggi: tempi ed economia

Secondo i sostenitori, il ponte sullo Stretto rappresenta un’opera strategica destinata a rivoluzionare i collegamenti tra Sicilia e Calabria. I tempi di attraversamento scenderebbero dagli attuali oltre 60 minuti a meno di dieci in auto, e da circa due ore a un quarto d’ora in treno.

Le stime dei sostenitori parlano anche di un impatto positivo sull’economia nazionale, con benefici per il PIL e migliaia di posti di lavoro generati nella fase di costruzione.

L’infrastruttura si inserirebbe nel corridoio europeo Scandinavo-Mediterraneo, rafforzando la posizione dell’Italia nella rete TEN-T.

Le criticità: ambiente, sismica, infiltrazioni mafiose

Non mancano tuttavia le criticità. Lo Stretto di Messina si trova in un’area a elevata sismicità, interessata da faglie attive e con rischio tsunami. Tra le sfide ingegneristiche figura anche la resistenza al vento: la campata unica dovrà sopportare raffiche oltre i 200 chilometri orari.

Sul piano ambientale, il tracciato attraversa zone tutelate, comprese aree di protezione speciale e siti di conservazione, e le principali associazioni ambientaliste – WWF, Legambiente e LIPU – hanno annunciato ricorsi.

Il capitolo economico resta altrettanto delicato: il costo dell’opera, stimato in 13,5 miliardi di euro a carico dello Stato, comporterà espropri per centinaia di abitazioni.

Preoccupano anche il rischio di infiltrazioni criminali nei cantieri e la sostenibilità a lungo termine dell’investimento. Chi si oppone all'intervento, valuta anche che l'impatto economico sarà decisamente inferiore alle speranze.

Le ultime novità

Nel 2025 il progetto ha ottenuto l’approvazione definitiva del CIPESS. L’avvio dei cantieri è previsto tra settembre e ottobre, con l’obiettivo di aprire il ponte al traffico tra il 2032 e il 2033. Nel frattempo, è aperto il dibattito sull’intitolazione dell’infrastruttura, dopo la proposta del presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, di dedicarla a Silvio Berlusconi.

  • Tariffe e mobilità integrata

    Il Ministero delle Infrastrutture ha indicato che il pedaggio per le auto potrebbe essere inferiore a 10 euro, con agevolazioni previste per gli utenti abituali. Tra le ipotesi in esame figura anche un sistema di trasporto pubblico locale sul modello di una metropolitana dello Stretto, con tre fermate sul versante messinese, per favorire gli spostamenti quotidiani di studenti, pendolari e turisti.

  • Aggiornamenti ambientali e tecnici

    Il Ministero dell’Ambiente ha formulato 239 richieste di integrazione e il Ministero della Cultura ne ha avanzate 11, determinando la revisione di oltre 800 elaborati progettuali. Sono stati inoltre condotti nuovi rilievi faunistici, batimetrici e subacquei per verificare la compatibilità ambientale dell’opera.

Di Ponte sullo Stretto si parla da cinquant'anni

Il sogno di un ponte come collegamento stabile tra Sicilia e Calabria non è nuovo.

Se ne parla da decenni, e le prime proposte concrete risalgono agli anni ’60. Il Ponte sullo Stretto è sempre stata una bandiera dei governi di centrodestra, e ciclicamente è tornato alla ribalta, quasi come una campagna pubblicitaria e di marketing, invece di una infrastruttura vera e propria. Nel 1981 nasce la Società Stretto di Messina, incaricata di studiare la fattibilità dell’opera. Da allora, il progetto ha attraversato governi, revisioni, sospensioni e rilanci.

Nel 2003 arriva l’approvazione preliminare, nel 2011 quella definitiva, ma nel 2012 tutto si ferma. Il governo Monti decide di congelare il progetto, citando costi e impatti ambientali. Poi, nel 2023, il governo Meloni riapre il dossier.

E il 6 agosto 2025, il CIPESS dà il via libera definitivo. C'è da dire, però, che il Ponte sullo Stretto non piace alla cittadinanza tanto quanto piace alla classe politica: anche oggi, meno di un italiano su tre lo vuole vedere realizzato.