Leelezioni amministrative di ieri in Grecia hannomostrato una netta spaccatura del paese, tra rigoristi- europeisti ecoloro che desiderano il cambiamento politico e si pongono comeantagonisti della Troika e delle sue politiche. Stessa spaccatura,peraltro, che tra meno di una settimana, il 25 maggio, potrebbecrearsi in tutto il continente con le Elezioni Europee.

Comeriporta l'edizione on line del "Fatto Quotidiano", il votodi ieri in Grecia, valevole per le amministrative in 14regioni del paese, ha definito una situazione, del resto prevedibile,di dualismo e antagonismo: da una parte infatti il voto diprotesta e contro l'Unione, rappresentato da due gruppi oppostima comunque antieuropeisti ( il Syriza di Tsipras e ilfamigerato gruppo di Alba Dorata), dall'altra il voto dellacontinuità, del rigore europeo e dei sacrifici impostida Bruxelles, con la lista guidata da Kostas Bakoyannis,nipote dell'attuale ministro della funzione pubblica.

Taledualismo è facilmente osservabile anche a livellogeografico,dove il voto diprotesta haavuto un grande successo nelle zone più sofferenti e più colpite daquesta crisi, come l'Attica,la regione piùpopolatae quella in cui si trova Atene,e dove vive quasi la metà dell'intera popolazione greca, che manifesta una precisa volontà di cambiamentoe spaccaturasenza precedenti. In questa regione infatti sono i partiti antiEuropaa farla da padrone, con il primato della listaSyriza,che è però tallonata dall'estrema destra, da AlbaDorata,con l'11% delle preferenze. Nella capitale Atene, in cui gli astenutisono stati quasi il 50%, si andrà al ballottaggiotra sei giorni, quando si sfideranno l’indipendenteKaminiseSakellaridisdelSyriza.

Nellezone centrali del paese, invece, sono i partiti conservatoriad avere la meglio e a confermare la loro prevalenza in questeregioni.

Qui la vittoria, con il 44% delle preferenze, va alprimo turno a Kostas Bakoyannis, figlio dell'ex ministro Dora,e candidato per il partito Stereas, rampollo di una dellefamiglie più ricche e influenti del paese. Dunque l'opposizioneprevalente in questo momento in Grecia, ma come anche in moltissimialtri paesi d'Europa, non pare essere più quella tradizionaletra destre e sinistre, oppure lo è in minor misura, ma quella traquanti si considerino europeisti e quanti invece si sentanoanti-europeisti. Il voto di ieri, perciò, come quello didomenica in tutto il continente, non sarà un voto per l'Europa, mauno pro o contro l'Europa.