Alexis Tsipras e il suo ministro delle finanze, Yanis Varoufakis, hanno presentato un piano che alle segreterie della Comunità Europea è risultato insufficiente. Per risolvere la crisi greca avevano programmato l'introduzione di un organo per la vigilanza sui conti, la lotta all'evasione, una rivisitazione del sistema di concessione delle licenze sul gioco d'azzardo. Bocciati e rimandati al prossimo esame. Intanto è la guerra fredda.
Tsipras cerca alleati in tutta Europa. Il 12 marzo si è conquistato l'appoggio dell'Ocse che, se non tutta la mano, qualche dito lo presterà per scrivere le riforme per risollevare il Paese ellenico. Poi si è accaparrato almeno una stretta di mano e una gioviale pacca sulla spalla da parte del presidente della Commissione Ue Jean Claud Junker che rassicura, una soluzione si troverà. Almeno questa volta Tsipras è scampato ad altre parole punitive che puntualmente ad ogni conferenza stampa gli vengono destinate. In particolare il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha già condannato la Grecia, l'ha definita senza speranze. Il rischio di default diviene un fantasma che acquisisce sempre più carne e la Grexit non è più da escludere.

Il presidente dell' Europarlamento Martin Shulz, al quale pure Tsipras ha fatto visita, cerca di mediare per ottenere una riconciliazione tra i due fronti.

Le parole sferzanti da una parte e dall'altra gelano gli animi e le proposte ma non il tempo. Prima di aprile si deve assolutamente chiudere, bisogna arrivare a giugno a conti fatti perché la Grecia possa beneficiare della tranche di aiuto di 7,2 miliardi.

E adesso la Grecia è anche il cane appestato di cui le borse europee devono evitare il contagio e il Quantitive Easing della Bce offre anche questa tutela. Tsipras starà facendo impazzire la calcolatrice pur di evitare le addizioni di nuove tasse e le sottrazioni di spesa pubblica. Nei suoi sette punti non è prevista nessuna tassa ed anzi, in fondo alla lista, quasi per farla passare inosservata agli occhi dei falchi delle Istituzioni, è presente anche l'impegno per risolvere la crisi umanitaria. Addirittura per trovare moneta è andato a muovere una carie quiescente come quella della colpevolezza bellica della Germania che per noi del terzo millennio sembra già far parte della mitologia.

La vera scommessa di Tsipras

Quella di Tsipras è una voce sorda che vaga inascoltata nei corridoi dei palazzi comunitari. Una volta c'era la "ragion di stato", adesso c'è la "ragione della finanza". Tsipras ha messo al primo posto la crisi umanitaria. I burocrati di Bruxelles invece sono più preoccupati se a piangere sono le casse dello stato che non i cittadini disperati in fila alle mense caritative. Il capitalismo finanziario si preoccupa di concentrare ricchezza ma non riconosce nessun valore alla vita umana. "Lacrime e sangue" esprime l'idea-guida di un sistema pronto a massacrare pur di garantire il pareggio di bilancio. Quando si invoca la flessibilità si chiede umanesimo, si chiede di spostare lo sguardo dagli indicatori numerici alla gente che non vuole essere più considerata solo come contribuente o elettore.