Nel periodo in cui l'attenzione di tutti, addetti ai lavori e non, è concentrata sul caso greco, e su tutti gli scenari che il referendum "contro la troika" ha aperto, c'è un'altro Stato europeo che sta cavalcando le correnti interne antieuropeiste. Ebbene sì, anche in Austria in questi giorni è stata aperta una raccolta firme per indire un referendum che permettesse ai cittadini austriaci di scegliere se uscire dall'Unione Europea e dall'euro oppure restare.

L'iniziativa

Un comitato promotore, costituito da liberi professionisti, professori universitari e cittadini comuni, ha dato il via all'iniziativa della raccolta delle firme per indire un referendum popolare.

I motivi addotti dallo stesso comitato spaziano dalle politiche europee di austerità e neoliberismo, che favorirebbero "solo gli interessi delle multinazionali a svantaggio dei diritti della salute, dell'ambiente e delle economie nazionali", che "hanno portato al crollo di salari e pensioni", al "siamo stufi che siano i cittadini a pagare per tenere in vita l'euro e salvaguardare le speculazioni delle banche", fino alle critiche sulla struttura dell'Unione, ritenuta poco democratica poiché non rispetta la separazione dei poteri.

La raccolta firme

In Austria per poter indire un referendum è necessario raccogliere almeno 100.000 firme. Per questa petizione la Corte Costituzionale austriaca aveva concesso una settimana di tempo per raggiungere il quorum minimo, non un giorno in più.

Ebbene, il comitato in una settimana, senza "l'aiuto" dei media, né nazionali né esteri, senza l'appoggio ed il sostegno di nessun partito e con la possibilità di poter fare firmare solamente presso le sedi comunali o nei tribunali, è riuscito nell'impresa di raccogliere oltre 261.000 firme, 261.259 per la precisione. Il successo è stato reso possibile, afferma Inge Rauscher, la portavoce del movimento, "grazie al passaparola dei volontari, alla distribuzione di volantini e all'utilizzo di social network e media alternativi".

Lo scenario

I promotori dovevano decidere tra una legge di iniziativa popolare ed un referendum, hanno optato per il secondo. A questo punto il Parlamento austriaco sarà obbligato a discutere della proposta di portare il Paese fuori da Europa ed euro. Tuttavia, lo stesso potrà anche optare per un respingimento della proposta, prerogativa che gli è consentita dalle leggi austriache.

In ogni caso i partiti, rimasti tutti nell'ombra finora, saranno costretti ad uscire allo scoperto ed a schierarsi a favore o contro l'uscita dall'Europa, quindi con un alto rischio di perdere voti e consensi anche da parte dei loro stessi elettori. La grana è ancor più considerevole se si pensa che questa è solamente la seconda volta nella storia dell'Austria che si riesce a raggiungere il quorum di firme per un referendum popolare.