Braunau è una ridente cittadina austriaca sulle sponde dell'Inn al confine con la Germania, ma è nota ai più per aver dato nel 1889 i natali ad Adolf Hitler. Il luogo dove “il male entrò nel mondo”, per dirla con le parole dello storico Maislinger, è un edificio antico, a due piani, nel centro della città. Hitler ci restò solo fino al terzo anno di età, ma quei pochi anni bastarono per segnare il destino della casa: il regime nazionalsocialista la acquistò nel 1938 per farne un luogo di culto del Führer; dopo la guerra la Repubblica Austriaca la restituì ai precedenti proprietari per impedire che lo ridiventasse.

Il ministero degli interni austriaco la prese in affitto negli anni '70 e l'utilizzò come casa-laboratorio per disabili fino al 2011 quando, a causa delle condizioni malsane dell'edificio, l'istituto dovette traslocare. Da allora lo stabile è rimasto vuoto perché la signora Pommer, l'attuale proprietaria, si rifiuta di fare i necessari lavori di ristrutturazione.

Il governo austriaco passa alle maniere forti

In Austria le discussioni su quale possa essere un futuro consono ad un edificio dal passato così ingombrante non si sono mai sopite. Lo scorso aprile il governo ha annunciato di voler arrivare a quella che di fatto sarebbe un'espropriazione di Stato, dichiarandosi disposto se necessario a creare una legge ad hoc.

Ciò costituirebbe una forzatura giuridica, ma per l'Austria è prioritario impedire che questo luogo diventi meta di pellegrinaggio di gruppi neonazisti. “L'esproprio è una misura necessaria” sostiene il ministro degli interni, il conservatore Wolfgang Sobotka, “nonostante abbiamo cercato di chiarire con la proprietaria le varie possibilità di utilizzo e d'acquisto dell'immobile, non siamo riusciti ad arrivare ad alcun risultato”.

Al ministro piace la soluzione estrema

È stata inoltre istituita una commissione di storici, il cui obiettivo è definire proposte per una destinazione d'uso, che liberi la casa dall'associazione alla persona di Hitler. I lavori della commissione dovrebbero incominciare alla fine di giugno, ma il ministro Sobotka ha già espresso la sua preferenza, secondo lui infatti “la demolizione sarebbe la soluzione più pulita”.

La portavoce del ministero getta ora acqua sul fuoco e in un comunicato all'APA, l'agenzia di stampa austriaca, precisa che “le dichiarazioni del ministro sono solo espressione di sue opinioni personali. La fattibilità di un abbattimento dovrebbe essere innanzitutto valutata a livello giuridico”.