Il 23 giugno 2016 il 51,9% dei Britannici che sono andati a votare ha dato il proprio consenso all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Il 29 marzo 2017, a soli nove mesi di distanza, inizierà la procedura di uscita definitiva del Regno Unito dall’Unione Europea. Infatti, la premier Theresa May ha annunciato che in tale data si appellerà all’art. 50 del Trattato di Lisbona, che prevede un procedimento di recesso volontario e unilaterale di un paese membro dall'Unione Europea. Sempre dopo aver ottenuto il voto favorevole del Parlamento e la firma della Regina Elisabetta.

Come funziona la procedura di secessione ai sensi dell’art. 50 del Trattato di Lisbona.

Secondo l’art. 50 del Trattato di Lisbona, la Gran Bretagna deve notificare istanza di recesso al Consiglio Europeo che, dopo le opportune valutazioni, presenta le sue condizioni per disciplinare i rapporti in campo economico, commerciale, finanziario, militare e in qualsiasi altro settore che richieda la fissazione di regole di comportamento, al fine di scongiurare il rischio di un “incidente diplomatico”.

Le trattative possono durare due anni prima che l’uscita sia definitiva, ma è possibile che Europa e Gran Bretagna decidano congiuntamente di prorogare tale termine.

La trattativa tra Londra e Bruxelles si preannuncia decisamente complessa.

Ma pare che l’Unione Europea sia pronta ad affrontare la negoziazione. Infatti, il presidente Donald Tusk su Twitter scrive che “entro 48 ore dall'attivazione dell'articolo 50 da parte del Regno Unito, presenterò le linee guida progetto Brexit ai 27 Stati membri dell'UE”.

La notizia dell’uscita del Regno Unito dall’UE arriva a pochi giorni dai 60 anni del Trattato di Roma del 25 marzo 1957, trattato che istituisce la CEE – Comunità Economica Europea.

Comunque, se la Gran Bretagna dovesse pentirsi della scelta fatta, potrebbe sempre appellarsi all’ultimo comma dell’art. 50, che sancisce: “Qualsiasi Stato uscito dall'Unione può chiedere di aderirvi nuovamente, presentando una nuova procedura di adesione”.