Il Regno Unito è il primo Stato membro ad aver fatto ricorso all’articolo 50 del Trattato europeo (indicante la procedura prevista da seguire per uscire dall’UE) il processo che lo porterà nel giro di due anni fuori dall’Unione Europea.
Le modalità di accordo con UE saranno determinanti per limitare le conseguenze della Brexit, tante sono le incognite i cambiamenti non riguarderanno solo le imprese, i mercati ma il Lavoro, la circolazione di persone.
Tutto dipenderà dal regime di tassazioni e regole che saranno decise.
Il quadro delle incertezze
Al momento non si registrano particolari reazioni da parte dei mercati.
Si dovrà attendere ancora per valutare gli effetti economici e finanziari della Brexit. Intanto, dal punto di vista economico, nell’immediato, il contraccolpo lo ha subito la sterlina, ai minimi storici da 8 settimane.
Attualmente potrebbero delinearsi due possibilità:
Nel caso una Gran Bretagna su posizioni rigide non trovi accordi, si avrà un inasprimento della circolazione e ciò potrebbe comportare il ripristino delle regole del WTO (Organizzazione mondiale del commercio), con l’introduzione di nuovi dazi;
La Gran Bretagna potrebbe anche, però, firmare accordi commerciali che, di fatto, non limitino di molto la libera circolazione delle merci.
Stesso discorso vale per la libera circolazione delle persone.
Pertanto, o si arriva a un accordo con l’UE, oppure sarà necessario per i lavoratori europei doversi adeguare alle nuove norme come ad esempio munirsi di un permesso di lavoro in Gran Bretagna
Il mondo del lavoro
Pasquale Terraciano, ambasciatore italiano a Londra,ha dichiarato a la Repubblica che, qualunque siano le eventuali intese, i lavoratori italiani, già residenti in Gran Bretagna, avranno diritto a un permesso di soggiorno illimitato.
Per l’occupazione, però, più preoccupante resta lo scenario futuro, Londra cesserà di essere la città europea preferita dai giovani soprattutto dove trasferirsi per lavoro in cerca di nuove prospettive, l’ingresso di fatto sarà regolato in modo più rigido.