Nel pomeriggio di ieri, Sabato 22 Aprile, nella Basilica di San Bartolomeo all'isola Tiberina a Roma, Papa Francesco ha presieduto la liturgia della Parola.
Da qui Bergoglio ha lanciato una preghiera per quelli che ha definito i nuovi martiri , in particolare i migranti che ogni giorno dalla Siria e dalle coste dell'Africa, si imbarcano verso l'europa con la speranza di una vita migliore.
Il papa loda l'Italia e la Grecia e auspica che questa solidarietà possa contagiare un po il mondo, che da Lesbo a Lampedusa l'accoglienza possa salire verso l'alto.
Il Santo Padre non fa distinzione di razza o credo e condanna fermamente la crudeltà umana verso chi lascia tutto nelle zone di guerra.
Il 28 e 29 Aprile Papa Francesco sarà in Visita al Cairo, in Egitto, dove celebrerà, nella giornata di sabato, la messa all'interno dello Stadio. Così il Pontefice sottolinea ancora una volta l'impronta ecumenica e interreligioso del suo mandato.
Francesco durante l'omelia ricorda la drammatica testimonianza di un uomo di trent'anni che proprio a Lesbo gli aveva confessato lo strazio che ha provato quando la moglie cristiana fu sgozzata davanti ai suoi occhi dai terroristi dello Stato Islamico.
"Non so se quell'uomo è ancora a Lesbo, se è stato capace di uscire da quel campo di concentramento - ha aggiunto il pontefice - quel musulmano portava la croce senza rancore, trovava rifugio e consolazione nell'amore per sua moglie".
Il Papa, bisogna saper accogliere i nuovi martiri
Papa Francesco ha attraversato a piedi l'Isola Tiberina gremita da romani, turisti, una folla di bambini e una piccola delegazione Rom, nella Basilica si ricorda infatti anche il primo Santo rom: Zefirino.
Bergoglio ha ascoltato commosso il ricordo dei familiari di alcuni cristiani uccisi in particolare il figlio di Paul Schneider, pastore della Chiesa Riformata, ucciso nel campo di Buchenwald il 18 Luglio 1939, della sorella di Padre Hamel, ucciso a Rowen lo scorso Luglio e dell'amico di William Quijano, ucciso in Sudamerica il 28 Settembre del 2009.
Il Papa li ha definiti "i nuovi martiri" e ha concluso "senza di loro la Chiesa non può andare avanti. C'è bisogno di qualcuno che lo testimoni ogni giorno, con la vita fino alla fine".
Il papa ha anche denunciato come spesso gli accordi internazionali e le strategie di potere vengano a torto ritenuti più importanti della vita umana, lanciando ancora una volta un monito ai politici europei perché senza accoglienza andremmo incontro al suicidio.