Dilshad Jaro vorrebbe imparare il tedesco. Quasi ogni giorno il 27enne siriano si spinge dal centro di accoglienza alla stazione ferroviaria per acquistare ceci e pane arabo nella bottega dei suoi connazionali e immergersi per qualche minuto nel mood della routine quotidiana di Amburgo. Ma qualcuno si accorgerà di lui? Gli rivolgerà la parola? Dilshad non osa sperarlo.

Mahmood Al-Assad è un generale in fuga da Aleppo. Un disertore, come ce ne sono tanti ormai in giro per l'Europa. "Non volevo bombardare i civili - afferma con grande semplicità e spontaneità - uccidere degli innocenti" .

Per questo Mahmood ha percorso a piedi l'intero tragitto dalla Siria alla Turchia. E dalla Turchia a Berlino dopo aver subito, in due mesi di prigionia, orrende torture con cavi elettrici di cui ci mostra i segni sui polpacci. Lo abbiamo incontrato, elegantissimo nel suo cappotto di cachemere,- una mappa della capitale tedesca fra le mani - mentre si rivolgeva ai passanti della stazione S-Bahn di Kaiserdamm per chiedere informazioni. Ma poiché lo faceva in inglese, non gli davano retta. Per lui, che ha superato i cinquanta, imparare una nuova lingua è un'impresa davvero ardua.

Due esempi, due fra i tanti, che evidenziano nella loro diversità, un problema comune. La vera integrazione è possibile?

Respingimenti: la Merkel non ci sta

Se lo chiedono in questi giorni, bilanci alla mano, i rappresentanti del Governo tedesco. Le cifre parlano chiaro. Tra lo scorso anno e il 2017 la Repubblica Federale ha accolto circa un milione e cinquecentomila richiedenti asilo, 900.000 nel solo 2015 provenienti soprattutto da Afghanistan, Albania, Serbia, Iraq, Kosovo e Siria.

Il ministro dell'Interno Thomas de Maizière (Cdu) ha chiesto recentemente procedure di rimpatrio più snelle in relazione alle richieste di asilo respinte. "L'Europa - ha dichiarato giovedi scorso in una riunione con i suoi omologhi dell'Unione Europea a Bruxelles - può far posto solo a chi fugge dalle persecuzioni per motivi politici" - ha precisato De Maizière.

Dal canto suo - nel corso di una sessione straordinaria del Consiglio dei Ministri Horst Seehofer (CSU) ha auspicato - da parte del governo tedesco - l'adozione di "misure di auto-difesa" che prevedono "quote" ridotte di ingressi e respingimenti al confine con l'Austria con il rimpatrio immediato dei non aventi diritto. Non hanno esitato, la cancelliera Angela Merkel e il suo vice Sigmar Gabriel, a manifestare il loro disappunto, respingendo con dichiarazioni forti e inequivocabili la proposta del Ministro bavarese.